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Covid 19

Scoperto legame tra Covid e grave epatite nei bambini: lo studio israeliano

Un team di ricerca israeliano ha descritto i casi clinici di alcuni bambini colpiti da gravi forme di epatite con precedente diagnosi di COVID-19.
A cura di Andrea Centini
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Nelle scorse settimane sono balzati agli onori della cronaca internazionale centinaia di casi di una misteriosa epatite acuta diagnosticata nei bambini. In genere nei piccoli questa infiammazione del fegato viene (raramente) scatenata da un adenovirus, tuttavia in molti di questi casi anomali il patogeno non è stato identificato, lasciando di fatto l'eziologia sconosciuta. Sin dapprincipio molti esperti hanno pensato a una possibile correlazione con la COVID-19, l'infezione scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2; ora un nuovo studio israeliano sembra confermare questa associazione, perlomeno per una parte delle diagnosi. Più nello specifico l'associazione è stata trovata con la Long Covid, l'insieme di sintomi persistenti che può manifestarsi (o perdurare) anche mesi dopo la negativizzazione, indipendentemente dalla gravità della malattia.

A rilevare l'associazione tra Long Covid ed epatite acuta nei bambini è stato un team di ricerca guidato da scienziati dell'Istituto di Gastroenterologia, Nutrizione e Malattie del fegato e dell'Università di Tel Aviv, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Patologia, Rabin Medical Center – Ospedale Beilinson di Petach Tikva, dell'Istituto di imaging, della Clinica per le malattie metaboliche – Centro medico per bambini Schneider e della Genetics Unit. Gli scienziati, coordinati dal dottor Shiri Cooper, docente presso la Facoltà di Medicina Sackler dell'ateneo israeliano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i casi di alcuni bambini ricoverati in ospedale con grave danno epatico, emerso dopo la COVID-19.

Come spiegato su Twitter dall'epidemiologa e biostatistica Zoe Hyde, prima della comparsa della patologia epatica quattro di questi bambini erano stati colpiti da una forma lieve di COVID-19, mentre uno è risultato positivo al test sierologico; in parole semplici aveva gli anticorpi contro il SARS-CoV-2 ed era stato colpito da una forma asintomatica dell'infezione. In media nei piccoli l'epatite è comparsa 74 giorni dopo la diagnosi di COVID-19, pertanto gli scienziati israeliani ritengono possa trattarsi di una manifestazione della Long Covid. Più in dettaglio, un neonato di 3 mesi ha avuto la COVID-19 nel febbraio 2021 ed è stato ricoverato in ospedale per insufficienza epatica 21 giorni dopo; un bambino di 8 anni ha avuto l'infezione nel dicembre 2020 ed è stato ricoverato per epatite 130 giorni dopo; un altro bimbo di 8 anni è risultato positivo a gennaio 2021 ed è finito in ospedale per epatite 94 giorni dopo; infine un ragazzino di 13 anni è stato infettato a settembre 2021 ed è stato ricoverato per epatite 53 giorni dopo la diagnosi. Un neonato di 5 mesi è stato invece ricoverato per insufficienza epatica nel maggio del 2021, quando è risultato positivo agli anticorpi contro il coronavirus. I medici hanno cercato l'adenovirus nel fegato dei piccoli ma non ne hanno trovato alcuna traccia; è stato invece rilevato nel sangue di tre bimbi, ma poiché la manifestazione epatica era differente da quella normalmente causata dal patogeno, gli esperti ritengono che non fosse il responsabile delle epatiti.

I piccoli colpiti da epatite acuta sono finiti in ospedale con due manifestazioni cliniche differenti. I due neonati di 3 e 5 mesi, “precedentemente sani”, come si legge nell'abstract dello studio, avevano un'insufficienza epatica acuta che è progredita a tal punto da richiedere il trapianto di fegato. Il loro organo presentava “una massiccia necrosi con proliferazione colangiolare (danno ai dotti biliari NDR) e infiltrato linfocitario”. I tre bambini tra gli 8 e i 13 anni avevano invece un'epatite con colestasi (diminuzione o blocco del flusso biliare). I bambini sono stati trattati con steroidi che hanno determinato il miglioramento degli enzimi epatici e del quadro clinico.

Secondo il dottor Cooper e colleghi la manifestazione epatica nei piccoli o è “una reazione immunitaria post-infettiva simile alla MIS-C”, innescata dal contagio col coronavirus SARS-CoV-2, oppure “una disregolazione immunitaria che causa l'innesco di altri agenti infettivi come l'adenovirus da una precedente infezione da SARS-CoV-2”. In parole semplici, il coronavirus potrebbe scatenare l'epatite direttamente o in sinergia con un altro patogeno adenovirale. Da escludere il coinvolgimento del vaccino anti Covid, dato che i piccoli colpiti non erano stati vaccinati (nella fascia 5 – 11 anni le vaccinazioni in Israele sono iniziate a fine novembre 2021). I dettagli della ricerca “Long COVID-19 Liver Manifestation in Children” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition.

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