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Scoperto il relitto della nave che provò ad avvisare il Titanic del rischio di iceberg

Grazie a un sonar all’avanguardia è stato identificato il relitto della SS Mesaba, la nave che provò – invano – ad avvisare il Titanic degli iceberg.
A cura di Andrea Centini
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Il relitto della SS Mesaba. Credit: Università di Bangor
Il relitto della SS Mesaba. Credit: Università di Bangor

La tragica e ingloriosa fine del Titanic, affondato il 15 aprile del 1912 durante il suo viaggio inaugurale, si sarebbe potuta evitare se qualcuno avesse dato ascolto al messaggio d'allarme sulla presenza di iceberg inviato al transatlantico dal capitano del piroscafo mercantile SS Mesaba, che in quei giorni stava navigando attraverso l'Oceano Atlantico. Oggi, a 104 anni dall'affondamento per mano di un sottomarino tedesco UB 118, il relitto del mercantile è stato identificato con precisione sul fondale del Mare d'Irlanda. A scoprirlo gli scienziati dell'Università Bangor (Galles), che si sono avvalsi di un sonar multibeam di ultimissima generazione equipaggiato sulla nave da ricerca Prince Madog.

Scoprire la posizione esatta della SS Mesaba non è stato affatto semplice, dato che si tratta di uno degli oltre 270 relitti dislocati in 7500 miglia quadrate del Mare d'Irlanda. Per molti di essi, infatti, non si hanno informazioni storiche, inoltre già in passato era stata erroneamente identificata la presunta posizione del piroscafo mercantile. Tutto ciò che si sapeva era che il 1 settembre del 1918 fu affondato con un siluro a circa 20 miglia a Nord – Est da Tuskar Rock, nel Canale di St Georges. L'imbarcazione di circa 150 metri era salpata da Liverpool e faceva parte di un convoglio marittimo. Circa venti membri dell'equipaggio morirono a seguito dell'affondamento da parte del sottomarino, che alcuni giorni prima aveva distrutto anche un altro piroscafo, l'ANT CASSAR.

Credit: Università di Bangor
Credit: Università di Bangor

Il relitto della nave che provò ad avvisare il Titanic è rimasto celato per oltre 100 anni, fino alla corretta identificazione da parte degli scienziati dell'Università di Bangor. “L'esperienza e le risorse uniche di cui disponiamo all'Università di Bangor, come il ‘Prince Madog', ci consentono di fare ricerca scientifica di alta qualità in modo estremamente conveniente. L'identificazione di relitti come quelli documentati nella pubblicazione per ricerche storiche e studi di impatto ambientale ne è solo un esempio. Abbiamo anche esaminato questi siti di relitti per capire meglio come gli oggetti sul fondo del mare interagiscono con i processi fisici e biologici, che a loro volta possono aiutare gli scienziati a sostenere lo sviluppo e la crescita del settore dell'energia marina”, ha dichiarato in un comunicato stampa il dottor Michael Roberts della Scuola di Scienze Oceaniche dell'ateneo gallese, che ha condotto le indagini sonar in prima persona. Tutti i relitti individuati sono stati descritti nel libro "Echoes from the Deep" a firma del dottor Innes McCartney.

Come indicato, il messaggio radio della SS Mesaba inviato al capitano del Titanic – Edward Smith – rimase inascoltato, semplicemente perché non giunse mai alla plancia di comando. Il capitano del mercantile avvisò della presenza di iceberg nelle gelide acque di Terranova, ma i marconisti non lo trasferirono a Smith semplicemente perché erano oberati di messaggi privati da smistare ai passeggeri, a causa di un guasto nel sistema di comunicazione radio che perdurava dal giorno precedente. Anche il piroscafo Amerika provò ad avvisare il Titanic degli iceberg, ma invano. Il gigantesco transatlantico ne colpì uno poco prima della mezzanotte e affondò nel giro di un paio d'ore, provocando la morte di 1500 persone. Recentemente la società OceanGate Expeditions ha pubblicato immagini in altissima qualità del relitto del Titanic.

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