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Questo sensore per surgelati è commestibile e cambia colore se la catena del freddo viene interrotta

Sviluppato dai ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Milano, è in grado di segnalare anomalie nella conservazione degli alimenti.
A cura di Valeria Aiello
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Sarà probabilmente capitato a tutti di trovarsi nel reparto dei surgelati e di avere il dubbio che, per qualche errore in un qualsiasi punto della filiera, il prodotto che stiamo per acquistare non si sia già scongelato e poi ricongelato. Un nuovo dispositivo, messo a punto dai ricercatori del Center for Nano Science and Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia (CNST-IIT) di Milano, potrebbe però presto offrire una soluzione al problema, segnalando se la cosiddetta catena del freddo è stata sempre rispettata. Si tratta di un innovativo sensore completamente commestibile, in grado di rilevare lo scongelamento irregolare degli alimenti, e dunque di mostrare attraverso un cambiamento di colore visibile quando un prodotto si scongela.

Il sensore edibile che rileva lo scongelamento irregolare dei cibi

Il dispositivo, descritto in un articolo pubblicato sulla rivista ACS Sensors, è il primo prototipo di sensore auto-alimentato e, come detto, è totalmente commestibile, in quanto realizzato semplicemente con acqua, sale da cucina e altri minerali. “In questo modo – hanno spiegato gli studiosi in una nota – , non rischia di modificare alcun modo l’alimento con il quale potrebbe essere posto in contatto”.

Per il suo funzionamento, il dispositivo sfrutta le innate proprietà di liquidi e sali di cui è composto. “È costituto da un blocco di cera d’api che contiene una cella galvanica, che genera una corrente elettrica quando viene scongelata, e un sistema indicatore colorimetrico, basato sul succo di cavolo rosso, che cambia colore irreversibilmente – dal viola al blu – quando la cella galvanica produce corrente”.

Grazie a questa tecnologia, oltre a segnalare quando un alimento di scongela completamente, è possibile anche rilevare lo scongelamento parziale, dal momento che la temperatura alla quale il sensore agisce può essere regolata tra 0 e meno 50 °C, variando i sali e la loro concentrazione all’interno del dispositivo stesso.

Il team di ricerca che guido qui a Milano si occupa in generale di tecnologie che stanno cambiando il modo in cui oggi intendiamo i dispositivi elettronici – ha commentato Mario Caironi, responsabile della linea di ricerca Printed and Molecular Electronics di IIT – . Realizzare prototipi che non necessitano di alimentazione e siano completamente commestibili e biodegradabili, e quindi sostenibili, può davvero migliorare la vita delle persone. La sicurezza alimentare è senza dubbio uno degli ambiti in cui queste tecnologie possono fare la differenza”.

Secondo gli studiosi, il nuovo dispositivo potrà aprire la strada alla diffusione di una tecnologia sicura ed economica da utilizzare ampiamente nella catena del freddo di cibo e anche dei medicinali, riducendo gli sprechi e migliorando la sicurezza dei prodotti surgelati.

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