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Questo dottore ha salvato la vita di un bambino usando le cellule staminali del cordone ombelicale

Si chiama Massimo Caputo ed è un cardiochirurgo e ricercatore italiano del Bristol Heart Institute, pioniere dell’uso delle staminali allogeniche per la correzione dei difetti congeniti del cuore.
A cura di Valeria Aiello
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Il professor Massimo Caputo del Bristol Heart Institute / British Heart Foundation
Il professor Massimo Caputo del Bristol Heart Institute / British Heart Foundation

Ci sono storie che toccano letteralmente il cuore, come quella del piccolo Finley, un bambino di Corsham, nella contea inglese del Wiltshire, nato con la trasposizione delle grandi arterie, una grave cardiopatica congenita in cui l’arteria polmonare e l’aorta si originano dal ventricolo “sbagliato” per un errore durante la formazione del cuore: l’aorta risulta connessa al ventricolo destro e la polmonare a quello sinistro, esattamente l’opposto rispetto a un cuore normale. Di conseguenza, il sangue che ritorna dai polmoni non va nella circolazione sistemica, ma ritorna nei polmoni stessi, così come il sangue venoso sistemico, che viene reindirizzato nella stessa circolazione, senza passare per i polmoni.

Essendo un’anomalia incompatibile con la vita, a soli quattro giorni dalla nascita Finley ha subito il suo primo intervento a cuore aperto presso il Bristol Royal Hospital for Children, ma la presenza di un ulteriore disturbo, una rara anomalia congenita che riguarda l’incompleto sviluppo delle arterie coronariche, ha peggiorato il suo quadro clinico. “Sapevamo fin dall’inizio che le probabilità che sopravvivesse non erano buoneha raccontato alla BBC  la madre di Finley, Melissa – . Dopo 12 ore, è finalmente uscito dalla sala operatoria, ma aveva bisogno di una macchina per il bypass cardiaco e polmonare per mantenersi in vita e la sua funzione cardiaca si era notevolmente deteriorata”.

Le cellule staminali per correggere i difetti congeniti del cuore

Dopo settimane di farmaci e terapia intensiva, quando sembrava che non ci fossero altre possibili cure, è però stata tentata una nuova procedura utilizzando le cellule staminali coltivate in una banca della placenta dagli scienziati del Royal Free Hospital di Londra. Pioniere di questa tecnica per la correzione dei difetti congeniti del cuore è il cardiologo e ricercatore italiano Massimo Caputo del Bristol Heart Institute che, sempre alla BBC ha spiegato di aver “probabilmente salvato la vita” del bambino, eseguendo quella che potrebbe essere “la prima operazione al mondo” usando cellule staminali del sangue cordonale.

In una recente intervista per la British Heart Foundation, il professor Caputo ha affermato che una delle priorità della sua ricerca è l’utilizzo delle cellule staminali per evitare ripetute operazioni per neonati e bambini affetti da cardiopatie congenite. “Ogni volta che fai un intervento al cuore sulla stessa persona diventa più rischioso. Anche se ora stiamo ottenendo buoni risultati in termini di sopravvivenza, c’è ancora il rischio di complicazioni – infezioni, danni al cervello o ai polmoni – che possono influenzare la qualità della vita a lungo termine. E c’è anche il costo psicologico di un intervento chirurgico ripetuto” ha detto il cardiochirurgo, parlando dei rischi a lungo termine degli interventi tradizionali.

Al contrario, la procedura tentata con Finley, una rivoluzionaria “impalcatura” di cellule staminali, si è basata sull’infusione nel muscolo cardiaco delle cosiddette staminali “allogeniche”, nella speranza che favorissero la rigenerazione delle arterie coronariche. Queste cellule hanno la capacità di crescere nei tessuti e, nel caso di Finley, hanno risolto il difetto congenito al cuore. “Lo abbiamo svezzato da tutti i farmaci che assumeva e abbiamo sospeso la ventilazione – ha aggiunto il professor Caputo  – . È stato dimesso dall’unità di terapia intensiva e ora, ora che ha due anni, è un ragazzino che cresce felice”.

Insieme al suo team di ricerca, il professor Caputo spera che il metodo possa in futuro aiutare tutti coloro che soffrono di una cardiopatia congenita e che la sperimentazione con i vasi sanguigni ricavati dalle cellule staminali possa partire entro un paio d’anni. “Stiamo cercando di creare tessuto vivo, che si tratti di una valvola o di un vaso sanguigno o di un cerotto, che cresca con il bambino e non si deteriori. Penso che cambierebbe enormemente la loro qualità di vita”. 

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