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Covid 19

Quanto è affidabile il tampone rapido prima di Capodanno e cosa devi sapere

L’estrema diffusione della variante Omicron sta spingendo moltissime persone a effettuare tamponi rapidi per Capodanno: ecco quanto sono affidabili.
A cura di Andrea Centini
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La variante Omicron (B.1.1.529) "super mutata" del coronavirus SARS-CoV-2 non solo è più elusiva nei confronti degli anticorpi neutralizzanti indotti da vaccini e precedenti infezioni naturali, ma è anche più brava a nascondersi ai tamponi antigenici rapidi. In altri termini, in caso di positività alla variante emersa in Sudafrica c'è un rischio maggiore di ottenere un falso negativo rispetto a un'infezione provocata dalla variante Delta (ex seconda indiana). A sottolineare questa eventualità è la Food and Drug Administration (FDA) statunitense, l'agenzia federale deputata alla regolamentazione di farmaci, prodotti alimentari, terapie sperimentali e dispositivi medici, come appunto i test per la diagnosi della COVID-19. “I primi dati suggeriscono che i test dell'antigene rilevano la variante Omicron ma possono avere una sensibilità ridotta”, ha sottolineato l'agenzia americana in un comunicato stampa. Si tratta di un problema da non sottovalutare, tenendo presente l'enorme numero di nuovi contagi quotidiani – ben 126.888 in Italia nel bollettino del 30 dicembre – e della corsa al tampone scatenata anche dalle festività natalizie e per il Capodanno. È stato infatti consigliato di effettuare un tampone "di sicurezza" prima di recarsi in visita da amici e parenti, sebbene alcuni esperti non lo raccomandano per chi è vaccinato con la terza dose.

La ridotta sensibilità dei tamponi rapidi alla variante Omicron, che si traduce in una minore capacità nel rintracciare i positivi, è un problema che si acuisce soprattutto con i test fai da te, quelli che si comprano in farmacia e in alcuni casi anche al supermercato, oltre che su internet. Sarebbe comunque meglio specificare “si compravano”, dato che a causa della richiesta elevatissima le disponibilità sono scarse. Come sottolineato da diversi esperti, i tamponi fai da te possono risultare molto meno affidabili di quelli effettuati in farmacia o negli hub sanitari (dove in questi giorni si stanno formando code chilometriche e attese di ore) perché a eseguirli non c'è una mano esperta; la raccolta del campione biologico può risultare inadeguata per l'analisi – anche alla luce del fastidio/dolore che si prova – e dunque si catalizzano le probabilità di risultati errati. Inoltre si tratta di tamponi non tracciabili, dunque chi vuole potrebbe nascondere la propria positività alla comunità.

Ma il problema della sensibilità dei tamponi rapidi è generale, come evidenziato anche dallo studio "Comparative sensitivity evaluation for 122 CE-marked rapid diagnostic tests for SARS-CoV-2 antigen, Germany, September 2020 to April 2021" pubblicato sulla rivista Eurosurveillance. Gli scienziati guidati da un team del Paul-Ehrlich-Institute hanno testato 122 tamponi antigenici rapidi per il rilevamento del coronavirus SARS-CoV-2, evidenziato alcune criticità significative: il 21 percento dei test non soddisfaceva infatti il criterio di sensibilità richiesto. Anche lo studio "Analytical sensitivity of seven SARS-CoV-2 antigen-detecting rapid tests for Omicron variant" caricato sul database online MedRXiv ha rilevato la ridotta sensibilità di alcuni test antigenici, probabilmente dovuta ai diversi epitopi utilizzati dai diversi test e dalle numerose mutazioni (delle quali oltre 30 sulla proteina S o Spike) che caratterizzano la variante Omicron.

Nonostante la ridotta affidabilità dei tamponi antigenici nel rilevare la nuova variante, tuttavia, l'FDA consiglia comunque di continuare a testarsi a casa. Nel caso in cui si dovessero sperimentare i sintomi della COVID-19 – come tosse, febbre, mal di gola, mal di testa, naso che cola etc etc – ma si risultasse negativi al tampone antigenico rapido fai date, la FDA raccomanda di sottoporsi a un tampone molecolare per avere la conferma definitiva della diagnosi. Il tampone molecolare, del resto, è considerato il “gold standard” nella diagnostica della COVID-19, andando a caccia dell'RNA virale del coronavirus SARS-CoV-2. Si basa su un esame di laboratorio molto approfondito chiamato RT-PCR (reazione reazione a catena della polimerasi inversa). I tamponi antigenici cercano invece gli antigeni, le proteine virali, presentando una sensibilità e una specificità inferiori rispetto ai molecolari.

Tra gli aspetti interessanti della variante Omicron vi sono la sintomatologia più affine a quella di un raffreddore, la notevolissima trasmissibilità e il periodo di incubazione rapido; queste caratteristiche in qualche modo avrebbero migliorato in modo significativo il rilevamento tramite test salivari. Lo dimostra lo studio “Saliva swabs are the preferred sample for Omicron detection”, che ha evidenziato un tasso di accuratezza del 100 percento. “Questi risultati suggeriscono che il modello di eliminazione virale durante il corso dell'infezione è alterato per Omicron, con conseguente miglioramento delle prestazioni diagnostiche dei tamponi di saliva”, hanno spiegato gli autori della ricerca.

Prelevare un campione di saliva è sicuramente meno fastidioso di una bacchetta infilata nella narice, ma anche in questo caso la procedura deve essere eseguita correttamente: ad esempio non si deve mangiare, bere, fumare per mezz'ora prima del prelievo, inoltre si deve tossire alcune volte. Come evidenziato in diversi “cinguettii” su Twitter pubblicati da esperti e semplici cittadini, i tamponi salivari sembrano avere una migliore capacità di intercettare la variante Omicron nei primi giorni dopo il contagio, tuttavia la raccomandazione resta sempre quella di fare un tampone nasale dopo un eventuale test salivare e soprattutto di passare per il tampone molecolare in caso di sintomi.

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