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Pioggia di stelle cadenti nei cieli d’Italia a maggio: come e quando vedere le Eta Aquaridi

All’alba di giovedì 5 maggio potremo osservare il picco massimo delle Eta Aquaridi, spettacolare sciame meteorico originato dalla cometa di Halley.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Yin Hao/NASA APOD
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Nei prossimi giorni potremo ammirare nel cielo il picco massimo dello sciame meteorico delle Eta Aquaridi, generato da detriti e polveri rilasciati dal passaggio della celebre cometa 1P/Halley. Le meteore delle Eta Aquaridi sono visibili dalla fine di aprile fino alla fine di maggio, ma regalano la migliore osservabilità nei primi giorni del mese appena iniziato. Come specificato dall'American Meteor Society, il picco massimo è atteso alle 06:00 del mattino (ora italiana) di giovedì 5 maggio, sebbene anche all'alba del 4 e del 6 è attesa un'attività intensa. Purtroppo lo spettacolo migliore sarà osservabile solo dall'emisfero australe, dove le Eta Aquaridi possono rivaleggiare per abbondanza di fiammate luminose persino con le “nostre” Perseidi (le lacrime di San Lorenzo). Nonostante ciò anche in Italia sarà un evento da non perdere, in particolar modo per chi vive nelle regioni meridionali, dove il radiante sarà più alto nel cielo. Ecco tutto quello che c'è da sapere per non perdere lo spettacolo astronomico.

Come indicato, il picco massimo delle Eta Aquaridi è atteso alle 06:00 ora italiana di giovedì 5 maggio. Poiché il sorgere del Sole è atteso proprio in quel momento (06:03 ora di Roma), la finestra per ammirare le scie luminose nel firmamento sarà piuttosto ridotta. A complicare l'osservazione il fatto che il radiante, cioè il punto della volta celeste dal quale sembrano originare le “stelle cadenti”, risulterà piuttosto basso sull'orizzonte nel nostro emisfero. Quest'area nel cuore della costellazione dell'Acquario – da cui prende il nome lo sciame meteorico – sorgerà poco prima delle 03:00 del mattino, esattamente a Est. Bisognerà attendere almeno un'oretta e mezza affinché si allontani a sufficienza dall'orizzonte. Naturalmente un cielo privo di inquinamento luminoso e di ostacoli visivi possono migliorare enormemente le possibilità di osservazione.

Credit: Stellarium
Credit: Stellarium

La NASA sottolinea che durante il picco massimo nell'emisfero boreale potremo aspettarci un tasso orario zenitale (ZHR) di 10 – 20 meteore all'ora, non elevatissimo ma più che soddisfacente. La peculiarità delle Eta Aquaridi risiede nel fatto che sono meteore velocissime, fino a ben 66 chilometri al secondo, pari a quasi 24mila chilometri orari. Nel nostro emisfero queste meteore possono dar vita ai cosiddetti “earthgrazer”, scie luminose persistenti – anche per diversi secondi – che sembrano accarezzare la superficie terrestre all'orizzonte. Il radiante dello sciame meteorico sarà poco più in alto dei pianeti Marte, Giove, Saturno e Venere, ancora allineati sull'orizzonte orientale. Nonostante la breve finestra temporale per l'osservazione, quest'anno saremo avvantaggiati dal fatto che non ci sarà il disturbo della Luna; il novilunio, infatti, come indicato dall'Unione Astrofili Italiani (UAI) è stato raggiunto alle 22:28 del 30 aprile, pertanto sulla volta celeste sarà presente solo una piccola falce di Luna crescente.

Le Eta Aquaridi sono figlie della cometa 1P/Halley, probabilmente la più nota in assoluto. I suoi passaggi, che avvengono ogni 76 anni, sono stati documentati sin dall'antichità; una rappresentazione della cometa è stata inclusa persino nel celebre arazzo di Bayeux, dedicato alla battaglia di Hastings svoltasi nel 1066. Come specificato dalla NASA, l'oggetto è lungo 16 chilometri ed è uno dei meno riflettenti del Sistema solare, ma è in grado di dar vita con i suoi detriti ad alcune delle meteore più spettacolari e luminose del firmamento.

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