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Perché il tirannosauro aveva le “braccine corte”

Il paleontologo Kevin Padian dell’Università della California ha proposto una nuova e affascinante teoria sul perché il tirannosauro avesse le “braccine corte”
A cura di Andrea Centini
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Il tirannosauro (Tyrannosaurus rex) aveva braccia così piccole per evitare che i suoi simili potessero ferirle o addirittura amputarle durante la frenesia alimentare di gruppo, mentre diversi esemplari si avventavano contemporaneamente sulla carcassa di una preda abbattuta. In pratica si sarebbero evolute così come misura di sicurezza, dato che non avevano alcuna funzione predatoria; tutto il potenziale d'attacco del gigantesco dinosauro – lungo fino a più di 12 metri e pesante oltre 7 tonnellate – era del resto concentrato nell'enorme cranio da 1,5 metri, con mascella e mandibola tempestate da micidiali denti lunghi anche 30 centimetri.

A ipotizzare che il tirannosauro avesse le “braccine corte” per evitare che i suoi compagni le masticassero – accidentalmente o intenzionalmente – è stato il professor Kevin Padian, biologo presso l'Università della California di Berkeley e curatore del Museo di Paleontologia dell'ateneo (UCMP). Il motivo per cui questi animali e altri dinosauri teropodi predatori – come gli abelisauridi – avessero braccia così incredibilmente piccole è un delle domande che assilla da più tempo gli scienziati, che hanno avanzato molteplici teorie. Secondo lo studio “Evidence that the arms of Tyrannosaurus rex were not functionless but adapted for vicious slashing” guidato da ricercatori dell'Università delle Hawaii, ad esempio, il colossale T. rex usava le sue braccine per squartare le prede dopo averle afferrate con la potentissima bocca, eseguendo una letale sequenza di affondi grazie ad artigli lunghi ben 10 centimetri. Il paleontologo Henry Fairfield Osborn, lo studioso che descrisse e diede il nome al colossale predatore preistorico, ipotizzò invece che quegli arti incredibilmente corti potessero essere utilizzati per l'accoppiamento, una sorta di gancio per mantenere la femmina in posizione, come avviene con alcune pinne modificate osservate in squali e razze.

Secondo Padian, tuttavia, le analisi dei reperti fossili suggeriscono che le braccia del T.Rex fossero troppo deboli per poter giocare un ruolo funzionale di qualche tipo. “Tutte le idee che sono state avanzate al riguardo non sono state testate o sono impossibili perché non possono funzionare”, ha dichiarato l'autore dello studio in un comunicato stampa. “E nessuna delle ipotesi spiega perché le braccia sarebbero diventate più piccole: il meglio che potevano fare è spiegare perché avrebbero mantenuto le dimensioni ridotte. E in ogni caso, tutte le funzioni proposte sarebbero state molto più efficaci se le braccia non fossero state più corte”, ha aggiunto l'esperto. Poiché in diversi depositi fossili sono stati ritrovati i resti di tirannosauri giovani e adulti assieme, si ipotizza che questi animali potessero vivere in piccoli branchi e che potessero cacciare in gruppo. “E se diversi tirannosauri adulti convergessero su una carcassa? Hai un mucchio di teschi enormi, con mascelle e denti incredibilmente potenti, che strappano e masticano carne e ossa proprio accanto a te. E se il tuo amico lì pensasse che stai diventando un po' troppo vicino? Potrebbero metterti in guardia tagliandoti il braccio”, ha spiegato l'esperto. Del resto le ferite inferte con quei denti potevano essere davvero gravissime, comportando amputazione, necrosi e infezione, fino alla morte.

Quella di Padian è comunque solo una delle diverse ipotesi avanzate al riguardo, sebbene si tratti di una delle più affascinanti poiché coinvolge l'ecologia e il comportamento del maestoso predatore preistorico. Resta tuttavia la concreta possibilità che non scopriremo mai il vero motivo per cui T.rex e affini avessero braccia così piccole; gli scienziati, in fondo, possono solo avanzare teorie sulla base di reperti fossili ossei di oltre 66 milioni di anni fa. I dettagli della nuova ricerca “Why tyrannosaurid forelimbs were so short: An integrative hypothesis” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Acta Paleontologica.

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