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Ora sappiamo in che modo gli occhi tradiscono quale sarà la nostra vera scelta

Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Università del Colorado studiando il movimenti oculari che si verificano quando si tratta di prendere una decisione, dobbiamo fare una scelta.
A cura di Valeria Aiello
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Gli occhi potrebbero essere davvero lo specchio dell’anima o, almeno, riflettere in maniera immediata quelle che sono le nostre decisioni. Lo ha scoperto un team di ricerca dell’Università del Colorado, negli Stati Uniti, analizzando i movimenti oculari che si verificano quando si tratta di dover fare una scelta.

Immaginiamo di essere davanti a due opzioni. In quel momento i nostri occhi tendono a guardare l’una e l’altra alternativa, mentre riflettiamo sui pro e contro di ciascuna. La velocità con cui il nostro sguardo si sposta tra le due opzioni può tuttavia rivelare informazioni preziose sulle nostre preferenze, anticipando quale sarà la decisione finale che prenderemo. Questi rapidi movimenti oculari, chiamati saccadi, sono ciò che ci permette di leggere: la nostra attenzione viaggia bruscamente da una parola all’altra, concentrandosi brevemente su alcune parole prima di passare alla costruzione del significato contenuto nel testo.

Così gli occhi rivelano le nostre scelte

Per scoprire come questi rapidi movimenti diano indizi sulle decisioni che prendiamo, gli studiosi hanno progettato un esperimento che ha coinvolto 22 persone, alle quali è stato chiesto di camminare su un tapis roulant a diverse pendenze per alcuni minuti, e poi di sedersi davanti a uno schermo e a un dispositivo basato su una fotocamera ad alta velocità, che ha monitorato i loro movimenti oculari. Mentre erano davanti al monitor, hanno dovuto riflettere su due di opzioni di allenamento (camminare per 2 minuti con una pendenza del 10%, oppure, ad esempio, per 6 minuti con una pendenza del 4%), avendo poi 4 secondi di tempo per scegliere tra le diverse alternative rappresentate da icone. Una volta effettuata la scelta, sono tornati sul tapis roulant per completare il test.

I risultati dell’esperimento, recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Current Biology, hanno indicato che, prima di fare le loro scelte, i partecipanti allo studio tendevano a muovere gli occhi più velocemente mentre osservano l’opzione che alla fine avrebbero scelto. Più il movimento oculare era rapido, più le persone sembravano preferire la loro scelta. “Abbiamo scoperto una misurazione accessibile che ti dirà, in pochi secondi, non solo cosa preferisci, ma quanto la preferisci” ha affermato Alaa Ahmed, autrice senior dello studio e docente associata di ingegneria meccanica presso l’Università del Colorado.

In particolare, il team ha rilevato che, mentre valutavano le diverse opzioni, le persone spostavano lo sguardo tra le icone sempre più velocemente. “Inizialmente, le saccadi erano altrettanto vigorose per entrambe le opzioni – ha aggiunto Ahmed – . Poi, con il passare del tempo, il vigore è aumentato per l’opzione che alla fine è stata scelta”.

Con la decisione finale, questi rapidi movimenti oculari si sono poi interrotti, suggerendo che gli occhi erano impegnati a raccogliere informazioni per giudicare le due alternative. Questo stesso fenomeno è stato osservato nelle persone che hanno preso decisioni più affrettate, probabilmente le più impulsive del gruppo, che tuttavia tendevano da subito a muovere gli occhi in modo più vigoroso, per poi rallentare dopo aver effettuato la scelta.

Secondo gli studiosi, questi risultati offrono una rara opportunità nelle neuroscienze, ovvero la possibilità di osservare il funzionamento interno del cervello umano dall’esterno. Potenzialmente, questa scoperta potrebbe aprire la strada a nuove strategie diagnostiche e di controllo per i pazienti che soffrono di malattie come la depressione o il morbo di Parkinson. “I movimenti rallentati non sono solo un sintomo del morbo di Parkinson, ma compaiono anche in molti disturbi mentali, come la depressione e la schizofrenia – ha precisato Ahmed – . Pensiamo che questi movimenti oculari possano essere qualcosa che i professionisti medici monitorano come strumento diagnostico, un modo per identificare il progresso di determinate malattie”.

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