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Ora sappiamo come aumentare il nostro udito in modo naturale

Lo ha scoperto un team di ricerca americano che ha messo a punto un allenamento in grado di migliorare le capacità uditive delle persone.
A cura di Valeria Aiello
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Sarà probabilmente capitato a tutti di non riuscire a conversare in luoghi particolarmente affollati o di perdere il filo di chiacchiere frenetiche in ambienti particolarmente rumorosi. Tali difficoltà, secondo gli esperti, potrebbero essere dovute a problemi nell’elaborazione dei cambiamenti sonori più rapidi, rappresentando una delle principali sfide nella comprensione del parlato in ambienti rumorosi, anche per chi è in possesso di un buon udito. Una nuova ricerca, condotta da un team di ricercatori del Department of Hearing and Speech Sciences dell’Università del Maryland, negli Stati Uniti, ha però dimostrato che un semplice allenamento uditivo può ovviare al problema, aumentando le capacità di ascolto delle persone con udito normale e aiutare le persone con problemi di udito.

Come aumentare l’udito con l’allenamento

La tecnica, testata in un recedente studio pubblicato sul Journal of the Association for Research in Otolaryngology (JARO), è nota come allenamento per la discriminazione della frequenza, ed implica una serie di esercizi per che migliorano la capacità di differenziare cambiamenti nella “frequenza” dei suoni. Sono appunto questi cambiamenti che possono rendere difficile la comprensione del parlato in situazioni difficili, come in ambienti rumorosi o riverberanti, o quando si ascoltano persone che parlano velocemente, in quanto la loro identificazione dipende dall’abilità del nostro cervello nell’elaborare gli stimoli sonori nel tempo, una capacità chiamata elaborazione temporale uditiva.

Per verificare l’efficacia di questo tipo di allenamento, i ricercatori hanno condotto un test in cui un totale di 40 volontari ha completato una serie di esercizi di discriminazione della frequenza, confrontando i risultati ottenuti con un gruppo di controllo di 37 persone. L’allenamento ha comportato il completamento di nove sessioni di esercizi della durata di 45-60 minuti ciascuna, durante le quali ai partecipanti è stato chiesto di distinguere tra singoli toni a diverse frequenze suonati in rapida sequenza. In pratica, i partecipanti allo studio hanno dovuto individuare i cambiamenti di frequenza, identificando quali toni fossero più alti o più bassi.

Rispetto al gruppo di controllo, che ha invece completato esercizi di rilevamento dei toni più semplici e senza cambi di frequenza, coloro che avevano completato l’allenamento di discriminazione hanno mostrato un miglioramento nella capacità di individuare le variazioni di frequenza, dunque nell’elaborazione temporale uditiva. Questo beneficio è stato confermato sia tra i volontari giovani sia in quelli più anziani, compresi coloro con problemi di udito.

Nel complesso – spiegano i ricercatori nel loro studio – , i risultati dimostrano il potenziale dell’allenamento uditivo nel ripristinare parzialmente l’elaborazione temporale negli ascoltatori più anziani ed evidenziare il ruolo della funzione cognitiva in questi guadagni. Ciò suggerisce che gli effetti dell’allenamento possono potenzialmente estendersi a situazioni di ascolto del mondo reale”.

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