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La morte della Regina Elisabetta II

No, la Regina Elisabetta non era un’amante degli animali

In molti messaggi di cordoglio comparsi in memoria della defunta Regina Elisabetta II viene esaltato il suo “amore per gli animali”. Ma li amava davvero?
A cura di Andrea Centini
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La Regina Elisabetta II con uno dei suoi Dorgi (incrocio tra un bassotto e un corgi)
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La scomparsa della Regina Elisabetta II ha sconvolto il mondo intero e tantissime persone le stanno porgendo i doverosi omaggi, dalle più alte cariche istituzionali ai semplici cittadini, con i sudditi di Sua Maestà naturalmente più coinvolti dal lutto. Tra i numerosi messaggi di cordoglio che stanno tessendo le lodi della regnante defunta – e che stanno acquisendo una certa viralità sui social network – ve n'è una serie tutta incentrata sul fatto che la Regina Elisabetta fosse un'amante degli animali. In questi post la si vede accanto a splendidi cavalli e abbracciata ai suoi adorati cani (era una grande appassionata di Corgi e Dorgi, come ben noto al grande pubblico). Ma amare i propri animali domestici non significa necessariamente essere amanti degli animali tout court. Senza girarci troppo attorno, la sovrana britannica aveva un genuino interesse per la caccia – come raccontato anche nella serie “The Crown” su Netflix – ed è stata coinvolta in alcuni episodi balzati agli onori della cronaca internazionale che potremmo definire quantomeno controversi. Ma procediamo con ordine.

I reali britannici hanno innanzitutto enormi tenute – come quella di Balmoral in Scozia in cui è deceduta la regina e Sandringhamin Norfolk nell'Inghilterra orientale – dove animali come ungulati e uccelli vengono liberati appositamente per essere cacciati dai nobili. È un passatempo spietato e sanguinario (non c'è altro modo di definire le tecniche brutali usate per braccare le volpi) al quale sembra proprio non riescano a rinunciare, essendo incastonato nello status sociale come altri retaggi di epoche passate. Tutti si ricordano delle “scorribande” del Principe Filippo (marito di Elisabetta) nei suoi safari in mete esotiche, durante i quali si compiaceva di abbattere animali meravigliosi come le tigri. C'è una foto storica del 1960 in cui il principe posa assieme alla regina innanzi alla carcassa di un povero esemplare appena impallinato. Già questo sarebbe più che sufficiente per non essere definiti "amanti degli animali".

Secondo quanto riportato dal sito specializzato “MeatEater” che cita un articolo del Vancouver Sun del 2002, la regina Elisabetta sarebbe stata avviata alla caccia al cervo all'età di 19 anni. Durante la sua prima spedizione avrebbe abbattuto l'unico esemplare della giornata. Anche questa passione viene raccontata nella serie di Netflix dedicata alla monarchia britannica (che ricordiamo essere “liberamente ispirata”). L'interesse per questa attività da parte della regina è stato omaggiato da Shooting Times, la principale rivista di "sport country" del Regno Unito, sulla quale fu ritratta in una copertina del 1952, in occasione dell'incoronazione. Nel vecchio articolo si può leggere che “Re Giorgio V e re Giorgio VI erano entrambi tiratori famosi e gli sportivi si rallegreranno del fatto che la regina Elisabetta abbia ereditato l'amore per i country sport, che sono una parte così vitale della vita di campagna”. La regina “si è unita ai fucili” a Balmoral, aggiunse l'autore dell'articolo. Tra le prede più ambite dai nobili in questa gigantesca tenuta scozzese vi è il gallo cedrone, un meraviglioso uccello appartenente alla famiglia dei fasianidi. Proprio i fagiani sono stati coinvolti in alcuni degli episodi più controversi con protagonista la monarca defunta.

Nel 2000 fece scalpore un video in cui si vedeva la regina mentre torceva il collo a un fagiano abbattuto, portatole da uno dei cani della tenuta di Norfolk. Questa “operazione” è comune tra i cacciatori per uccidere gli animali feriti, una sorta di colpo di grazia dato per "misericordia". Questo gesto, del quale la regina aveva esperienza, come fatto notare da alcuni, fu duramente criticato dalle associazioni animaliste come la League Against Cruel Sports. “Alcuni diranno che in questo modo ha fatto smettere di soffrire l'uccello, ma chi ha portato l'uccello in quelle condizioni?”, disse polemicamente Penny Little di Protect Our Wild Animals. “Non credo che la regina dovrebbe essere coinvolta in qualcosa che la maggior parte delle persone trova assolutamente disgustoso”, chiosò l'animalista. La regina ovviamente non rispose direttamente alle critiche, ma lo fece a modo suo il giorno successivo, presentandosi in pubblico con un cappello adornato di penne di fagiano. “La regina non entrerebbe mai in un dibattito pubblico sul fatto che debba essere coinvolta negli sport di campagna, ma mostrando le penne ha chiarito i suoi sentimenti senza dire nulla”, disse un membro dello staff reale, come riportato da ABC News. Per questa storia il Sunday Mirror mise in prima pagina la sua foto accompagnata da un eloquente “The Killer Queen”.

Un episodio ancor più inquietante si verificò nel 2004, riportato anche in un articolo di Repubblica dell'epoca. La regina, infatti, quell'anno uccise in modo atroce uno dei fagiani feriti a fucilate e riportati dai cani; lo colpì con violenza col suo bastone da passeggio, fino a quando l'uccello non esalò l'ultimo respiro. Il Sunday Mirror fece uscire un'altra copertina con un titolo eloquente: “La Regina di Bastoni”. Tutto questo si verificava (e avviene tuttora) in tenute dove vengono allevati cani da caccia, il cui unico compito è servire il nobile di turno per supportarlo nel suo crudele e anacronistico passatempo. Con tutto il rispetto per la scomparsa di una regina che ha scritto pagine importanti nel corso di due secoli, parlare di “amante degli animali” innanzi a un simile curriculum è francamente sbagliato, oltre che un'offesa a chi si batte realmente ogni giorno per i diritti e il benessere delle altre creature che vivono su questo pianeta, dominato da bipedi senza cuore. Nobili e non.

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