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Nel 2014 la Terra è stata colpita da una meteora aliena: la conferma dal Comando Spaziale degli USA

Il Comando Spaziale degli Stati Uniti ha confermato che una meteora esplosa nel 2014 fu provocata da un oggetto proveniente da un altro sistema stellare.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NASA/Howard Edin
Credit: NASA/Howard Edin

Nel cielo dell'affascinante Isola di Manus, sita a nord della Papua Nuova Guinea nel cuore dell'Oceano Pacifico, l'8 gennaio del 2014 un piccolo asteroide proveniente da un altro sistema stellare si infranse contro l'atmosfera terrestre, dando vita a una spettacolare palla di fuoco. Fu il primo impatto mai documentato di un oggetto alieno contro il nostro pianeta. Ma l'abbiamo scoperto solo oggi. I dati più preziosi di questo evento straordinario, infatti, sono stati coperti da segreto militare fino ai giorni nostri, ma grazie alla collaborazione del Comando Spaziale degli Stati Uniti gli scienziati sono finalmente riusciti ad accedervi, confermando che si trattava effettivamente di una meteora interstellare.

Tra i primi scienziati a ipotizzare che l'oggetto potesse essere di origine extrasolare ci furono Amir Siraj e Abraham Loeb del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Harvard. I due ricercatori rimasero particolarmente colpiti dalla scoperta di 1I/2017 U1 “Oumuamua”, il primo asteroide interstellare mai scoperto nel Sistema Solare. La sua traiettoria anomala fece letteralmente sobbalzare dalla sedia gli astronomi, tanto che alcuni si convinsero che non fosse un “sasso spaziale”, ma una vera e propria navicella aliena. Tra quelli che ancora credono a questa ipotesi – nonostante le numerose smentite – vi è proprio il dottor Siraj.

Nel 2017 lo scienziato rimase così colpito dal passaggio di Oumuamua (che aveva una curiosa forma di sigaro) che decise assieme al collega di scandagliare i database astronomici alla ricerca di potenziali indizi su meteore prodotte da oggetti altri sistemi stellari. I due trovarono un indizio significativo nel database del Center for Near Earth Object Studies (CNEOS) della NASA, che monitora costantemente il cielo a caccia di meteore, bolidi e impatti di meteoriti. Analizzando i dati del piccolo asteroide che esplose sull'isola di Manus scoprirono che l'oggetto entrò nell'atmosfera terrestre alla mostruosa velocità di 210mila chilometri orari. Dai calcoli preliminari determinarono che potesse trattarsi di un oggetto interstellare e nel 2019 caricarono lo studio “Discovery of a Meteor of Interstellar Origin” sul server di prestampa ArXiv. Non poterono pubblicarlo su una rivista scientifica perché i dati necessari per la conferma definitiva, raccolti dai sensori del CNEOS, erano coperti da segreto militare.

Parti dei dati raccolti dal database del CNEOS sono trattenuti dal Pentagono (il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti) poiché i sensori vengono utilizzati anche per monitorare potenziali esplosioni atomiche nel cielo americano. Solo di recente il Comando Spaziale degli Stati Uniti ha permesso agli scienziati di accedervi ed è stato possibile confermare la traiettoria dell'oggetto, confermata come interstellare. Il dotor Amij e il collega ora non solo sperano di poter pubblicare al più presto lo studio del 2019 su una rivista scientifica ma non solo, ma si stanno informando anche sulla possibilità di poter raccogliere sul fondo dell'oceano eventuali frammenti della meteora aliena. È un'impresa praticamente impossibile, ma vista l'eccezionalità dell'evento non vogliono lasciare nulla di intentato.

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