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Microplastiche trovate nella carne, nel latte e nel sangue degli animali di allevamento

La contaminazione è stata rilevata nella carne bovina e suina e nei prodotti lattiero-caseari dei supermercati olandesi.
A cura di Valeria Aiello
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La dilagante diffusione delle microplastiche, confermata da un crescente numero di ricerche scientifiche, sta sollevando non pochi dubbi sul reale impatto di queste minuscole particelle sulla salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. Non rassicurano gli ultimi dati comunicati dai ricercatori della Vrije Universiteit Amsterdam che, dopo aver riscontrato la presenza di questi polimeri insolubili nel sangue umano, hanno segnalato la contaminazione da microplastiche nella carne bovina e suina, nonché nel latte e nel sangue di mucche e maiali allevati nelle fattorie olandesi.

Gli scienziati, come spiegato nel report dello studio pilota che ha esaminato una varietà di campioni provenienti da allevamenti di bestiame e supermercati dei Paesi Bassi, hanno fornito una prima indicazione della presenza di queste particelle in tre quarti della carne e dei prodotti lattiero-caseari testati ma, soprattutto, in tutti i campioni di sangue analizzati. Le microplastiche sono state rilevate anche in ogni campione di mangime in pellet per animali valutato, indicando una via di contaminazione potenzialmente importante. I prodotti alimentari testati, d’altra parte, erano confezionati in plastica, il che è un’altra possibile fonte di contaminazione.

L’impatto delle microplastiche sulla salute umana o degli animali da allevamento non è ancora stato completamente chiarito, ma i ricercatori temono che queste minuscole particelle possano causare danni a livello cellulare, come mostrato da recenti studi in vitro che hanno indicato effetti simili a quelli indotti dalle particelle di inquinamento atmosferico, già note per essere la causa di milioni di morti precoci ogni anno.

In attesa di ricerche più dettagliate, i ricercatori avvertono che la presenza di particelle nel sangue indica che le stesse possono essere trasportate in diversi distretti dell’organismo e depositarsi negli organi. “Quando si analizza sangue, si scopre la dose assorbita da tutte le diverse vie di esposizione: aria, acqua, cibo, eccetera – ha affermato al Guardian la dottoressa Heather Leslie della della Vrije Universiteit Amsterdam e co-autrice del nuovo report – . Questo ci dice immediatamente cosa sta penetrando nel flusso della vita e dovrebbe fungere da stimolo per esplorare ulteriormente l’intera portata dell’esposizione e tutti i rischi ad essa associati”.

Nell’ambito dello studio, i ricercatori hanno testato 12 campioni di sangue di mucca e 12 di sangue di maiale, rilevando microplastiche in tutti 24, comprese tracce di polistirene, un polimero impiegato per gli imballaggi di alimenti e altri prodotti, e di polietilene, il materiale di cui sono fatte le buste di plastica. Gli studiosi hanno anche valutato 25 campioni di latte, inclusi alcuni provenienti dal latte venduto nei supermercati e quello contenuto nei serbatoi di allevamenti e mungitura manuale. Di questi, ben 18 campioni, compreso almeno uno di ogni tipo, contenevano microplastiche. Riguardo invece alle analisi delle carni, sette degli otto campioni di carne bovina e cinque degli otto di carne di maiale sono risultati contaminati.

Maria Westerbos, della Plastic Soup Foundation che ha commissionato la ricerca, ha dichiarato: “Con le microplastiche presenti nei mangimi per il bestiame, non sorprende che una netta maggioranza della carne e dei latticini testati contenesse microplastiche. Abbiamo urgente bisogno di liberare il mondo dalla plastica nei mangimi per proteggere la salute del bestiame e degli esseri umani”.

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