46 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Febbre Dengue

Metà popolazione mondiale a rischio febbre Dengue: cos’è, come si trasmette e quali sono i sintomi

L’OMS ha annunciato che 3,9 miliardi di persone rischiano la febbre Dengue, una malattia virale trasmessa dalle punture di zanzare infette. I cambiamenti climatici stanno favorendo la diffusione degli insetti vettori. Ecco cosa sappiamo su sintomi, trasmissione e cura della patologia.
A cura di Andrea Centini
46 CONDIVISIONI
Una zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti)
Una zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti)
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

In un recente rapporto di aggiornamento sulla diffusione delle malattie infettive trasmesse da zanzare l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha evidenziato il drastico aumento di focolai di febbre Dengue nel mondo. Si è infatti passati dai circa 500mila casi ufficiali diagnosticati nel 2000 ai 5,2 milioni del 2019, sebbene secondo alcuni modelli i casi totali in un anno sarebbero ben 390 milioni, dei quali un centinaio di milioni con manifestazioni cliniche (sintomi). Nella maggior parte dei casi questa infezione si presenta infatti senza sintomi, tuttavia in alcuni pazienti può essere talmente grave da portare alla morte. La malattia, trasmessa principalmente dalla puntura delle zanzare della febbre gialla (Aedes aegypti) infette dal virus Dengue, come indicato dall'OMS è attualmente endemica in 100 Paesi, soprattutto dell'area tropicale e sub-tropicale, ma sta espandendo il suo areale di distribuzione anche a causa della globalizzazione e dei cambiamenti climatici. Le temperature più alte, infatti, favoriscono l'adattamento degli insetti vettori a latitudini superiori. Non a caso si sta diffondendo anche in Europa e nel 2010 sono stati registrati focolai significativi persino in Francia e Croazia. Secondo l'OMS circa la metà della popolazione mondiale (3,9 miliardi di persone) è esposta al rischio di contrarre la patologiavirale. Non esiste una cura e c'è un vaccino (Dengvaxia) che è destinato solo a chi è stato già infettato e vive nei Paesi più a rischio. La seconda infezione è infatti spesso molto più grave della prima. L'unico modo per proteggersi è evitare di essere punti dalle zanzare. Ecco cosa sappiamo su questa malattia.

Larve di Aedes aegypti
Larve di Aedes aegypti

Cos'è la febbre Dengue e come si trasmette

La febbre Dengue è una malattia di origine virale causata da un virus a RNA (virus Dengue, un flavivirus) del quale sono noti diversi sierotipi. L'Istituto Superiore di Sanità (ISS) segnala sul proprio sito Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4. La malattia viene trasmessa dalle punture di zanzare infette del genere Aedes, tra le quali la zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti) rappresenta la principale responsabile. L'areale di distribuzione di questo dittero, responsabile di altre severe malattie infettive come la Zika, la chikungunya e la febbre gialla, è in espansione a causa del trasporto di merci e persone e del riscaldamento globale. Fortunatamente non riesce a sopravvivere ai rigori degli inverni nelle aree temperate. Ciò nonostante casi di Dengue sono stati trasmessi anche dalla zanzara tigre (Aedes albopictus), una specie che si è rapidamente adeguata ai climi temperati e oggi è estremamente diffusa anche in Italia. La trasmissione non avviene da persona a persona (ad esempio col contatto stretto, come nel caso della COVID-19 o dell'influenza). Il virus circola nel sangue del paziente dai 2 ai 7 giorni e in questa fase, specifica l'ISS, una zanzara può pungerlo, assumere il virus e trasmetterlo a un'altra persona attraverso la puntura. Ecco perché chi viene infettato viene protetto da una zanzariera.

Un paziente con febbre Dengue
Un paziente con febbre Dengue

Quali sono i sintomi della febbre Dengue

La maggior parte delle persone infettate dal virus Dengue sviluppa sintomi lievi o è asintomatica, come indicato dall'OMS. In alcuni casi l'infezione può essere grave e potenzialmente mortale. Nel caso in cui dovessero svilupparsi i sintomi, il periodo di incubazione – cioè la finestra temporale che intercorre tra il contagio e la manifestazione clinica – va dai 4 ai 10 giorni. I sintomi durano in genere dai 2 ai 7 giorni e nell'arco di due settimane si guarisce, anche se chi ne esce può provare affaticamento per settimane. Tra i sintomi l'OMS segnala: febbre alta a 40° C; forte mal di testa (cefalea); mialgia (dolori muscolari); dolori articolari; disturbi gastrointestinali (nausea e vomito); eruzioni cutanee; dolore dietro agli occhi durante i movimenti oculari; e gonfiore delle ghiandole. Tra le possibili complicazioni, che colpiscono soprattutto le persone già infettate una prima volta, figurano vomito persistente; respirazione accelerata; avere molta sete; significativo dolore addominale; irrequietezza; sanguinamento dal naso e dalle gengive; presenza di sangue nelle feci e nel vomito; pelle fredda e pallida. Gli autorevoli Manuali MSD indicano che “possono verificarsi sintomi respiratori, come tosse, faringodinia e rinorrea”, inoltre la Dengue può portare a una “febbre emorragica potenzialmente fatale con una diatesi emorragica e shock”. Tra i rari sintomi neurologici sono comprese encefalopatia, convulsioni e Sindrome di Guillain Barré. Spesso le complicazioni più severe compaiono dopo la sparizione della febbre.

Immagine

Come si cura e previene la Dengue

I Manuali MSD sottolineano che l'immunità verso il ceppo responsabile dell'infezione è persistente, mentre quella verso altri ceppi “dura solo 2-12 mesi”. Per questo motivo ci si può ammalare di Dengue due o più volte. La diagnosi avviene attraverso test sierologici e PCR, che vengono eseguiti su pazienti con sintomi sospetti – come il dolore dietro agli occhi – che hanno frequentato i territori in cui la patologia è endemica. Le persone che ne hanno bisogno vengono trattate con la terapia di supporto contro i sintomi, dato che non esiste una cura contro la Dengue. Per il dolore è possibile l'utilizzo del paracetamolo, ma devono essere evitati i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) come l'acido acetilsalicilico (Aspirina) e l'ibuprofene poiché possono favorire il sanguinamento. L'OMS raccomanda per i pazienti il riposo, bere molti liquidi e contattare il medico non appena compare uno dei sintomi gravi. Poiché non esiste una cura e il sopracitato vaccino è destinato alle sole persone già infettate nei Paesi a rischio, la prevenzione è fondamentale. Per evitare le punture di zanzare l'OMS raccomanda vestiti che coprano il corpo il più possibile; l'uso di zanzariere (se si dorme di giorno) trattate con repellente per insetti; vaporizzatori; uso di repellenti e simili.

46 CONDIVISIONI
46 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views