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L’estate del 2022 resterà la più “fresca” di quelle che ci attendono in futuro?

L’impatto dei cambiamenti climatici provocherà estati sempre più roventi e insopportabili, con ondate di calore estremo da eccezionali a ordinarie.
A cura di Andrea Centini
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L'estate che stiamo vivendo in Italia e in altri Paesi dell'Europa occidentale è indubbiamente fra le più calde e siccitose in assoluto, da quando viene tenuta traccia dei record storici delle temperature. Basti pensare che, dopo i primati frantumati in varie aree della Spagna e del Portogallo, con picchi fino a 47° C, si attendono per oggi i 40 ° C nel sud dell'Inghilterra, ben 15° C oltre la media del periodo. Una soglia mai raggiunta prima. A “fuoco” anche la Francia, con i 42,7° C a Beaulieu-sur-Layon e i 42,4° C a Cazaux registrati il 18 luglio. La ragione di queste temperature anomale risiede nella presenza dell'anticiclone africano (massa d'aria calda di alta pressione proveniente da sud) che ha scalzato l'anticiclone delle Azzorre dalle nostre estati, un fenomeno legato sia a fattori naturali – come l'indebolimento delle correnti a getto – che a fattori di origine antropica, fondamentalmente le emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas a effetto serra, che catalizzano i cambiamenti climatici e stravolgono gli equilibri atmosferici. La domanda che tutti si stanno ponendo innanzi a questo caldo insopportabile è se questa estate sarà la più fresca di quelle che ci attendono in futuro, alla luce del drammatico impatto incrementale del riscaldamento globale. In altri termini, le estati future saranno tutte peggiori di questa?

Per rispondere a questa domanda possiamo fare un parallelismo con l'estate del 2003, ad oggi la più calda in assoluto. Come specificato in un comunicato pubblicato su Facebook dall'Osservatorio Geofisico di Unimore (Università di Modena e Reggio Emilia), “l’estate 2022 è molto simile all’estate del 2003, tanto da far collocare la stagione in corso fra gli eventi che mai si erano verificati dall’inizio delle osservazioni dell’osservatorio”. L’istituto scientifico aggiunge che “paragona l’estate anticipata del 2022, iniziata a maggio, all’estate del 2003 il cui caldo venne definito ‘Hyperestremo'. Al momento le temperature medie sono seconde solo a quella estate, mentre le precipitazioni sono inferiori al 2003, ma l’anno scorso e in altri anni la siccità fu anche peggiore”. In parole semplici, siamo innanzi a un fenomeno eccezionale e al momento non possiamo assolutamente dire se questo caldo anomalo, “hyperestremo” appunto, si ripresenterà anche il prossimo anno e così via. È infatti fondamentale non confondere i picchi massimi estremi con l'aumento delle temperature medie provocato dai cambiamenti climatici. I fenomeni sono indubbiamente interconnessi, ma ciò non significa che estate dopo estate avremmo sempre un caldo superiore a quello vissuto l'estate precedente.

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Per fare un esempio, l'Osservatorio Geofisico di Unimore ha specificato che a giugno 2022 la temperatura media a Modena è stata di 26,5° C, superiore di 2,9° C rispetto alla media media di riferimento (1991 – 2020), ma nel 2003 la temperatura media fu di 27,5° C. Ad oggi non sappiamo nemmeno se l'estate rovente che stiamo vivendo sarà la più calda in assoluto; sarà sicuramente tra le più calde, ma il 2003 potrebbe ancora tenere lo “scettro”, proprio alla luce del fatto che siamo innanzi a ondate di calore eccezionali. Il problema più serio è che ciò che adesso è straordinario, tra pochi decenni potrebbe diventare la norma, proprio a causa dei cambiamenti climatici. Come dimostra un modello climatico messo a punto dall'organizzazione senza scopo di lucro californiana “Berkeley Earth”, l'Italia nel 2020 ha raggiunto i 2° C in più di temperatura media rispetto all'epoca preindustriale. La proiezione prevede che nel 2100 questa temperatura media sarà di ben 4,6° C superiore. Ciò significa che avremo estati decisamente più roventi col passare degli anni. E la colonnina di mercurio fuori scala è solo uno dei molteplici drammi innescati dal riscaldamento globale; dalle carestie agli incendi catastrofici, passando per innalzamento del livello del mare in grado di far sprofondare sott'acqua intere regioni costiere, diffusione di malattie, siccità estrema e moltissimo altro ancora.

In un altro post l'Osservatorio Geofisico di Unimore ha specificato che stiamo entrando “nel periodo statisticamente più caldo dell’anno”, ma al momento “non sembra un’ondata in grado di battere il record storico del 29 luglio 1983, 38.5°C”, con riferimento alla situazione di Modena. Il trend tuttavia “assomiglia molto all’estate 2003”. Ad oggi, specificano gli esperti dell'ateneo emiliano, sono stati contati 34 giorni con temperature massime di almeno 30° C, “a un soffio dal 2003 che come oggi era a 35”. Aspettiamoci dunque estati sempre più roventi in futuro, ma al momento non possiamo certo dire che quella del 2022 resterà la più fresca per il resto della nostra vita, proprio alla luce della sua eccezionalità (in un trend comunque assolutamente negativo e preoccupante).

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