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L’enorme voragine in Cile sta crescendo, si sentono frane: il sindaco della città accusa la miniera

Nei pressi di una miniera cilena si è aperta un’enorme dolina che continua a espandersi. È aumentata di altri 7 metri. Esperti a lavoro per capire le cause.
A cura di Andrea Centini
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La voragine in Cile, larga 32 metri. Credit: Facebook
La voragine in Cile, larga 32 metri. Credit: Facebook

Nel pomeriggio di sabato 30 luglio si è aperta una gigantesca voragine in Cile, nei pressi della miniera di rame di Alcaparrosa appartenente alla compagnia Candelaria. Attualmente il sito è gestito dalla società canadese Lundin Mining, che aveva annunciato la formazione del sinkhole (o dolina) con un comunicato stampa. Nell'incidente fortunatamente non sono state coinvolte persone, attrezzature e infrastrutture, tuttavia l'enorme buco dista poche centinaia di metri dalle abitazioni e da un centro medico. Le autorità e i cittadini del comune di Tierra Amarilla, dove si è formata la voragine, sono molto preoccupati perché temono che possano aprirsi ulteriori doline e che il terreno della zona – sotto al quale sono scavati grandi tunnel per l'estrazione del rame – sia divenuto pericoloso.

Inizialmente era stato dichiarato che la voragine risultava “stabile”, ma la situazione è ben diversa. Durante una conferenza stampa, infatti, il sindaco di Tierra Amarilla Cristóbal Zúñiga ha affermato che la dolina sta aumentando di dimensioni e che si sentono frane nei pressi del sito. Il diametro della voragine, inizialmente calcolato in 25 metri, è infatti cresciuto di 7 metri, arrivando a 32 metri. Sulla profondità ci sono invece dati discordanti. All'inizio si riteneva fosse profonda 200 metri, ma la squadra di esperti inviati dal Servizio nazionale di geologia e minerario cileno (Sernageomin) – che opera sotto il ministero delle Miniere – ha affermato che la profondità è di 64 metri. Il direttore dell'ente, Franklin Céspedes, ha inoltre sottolineato che alla base la dolina ha un diametro maggiore di quello superficiale, pari a 48 metri. Sul fondo della depressione ci sarebbe acqua sotterranea.

Il sindaco Zúñiga chiede alle autorità nazionali a nome di tutti i cittadini di Tierra Amarilla – a circa 800 chilometri da Santiago del Cile – che venga fatta piena luce sulle cause del misterioso fenomeno, ma soprattutto che venga stabilito con certezza che non vi siano rischi per altre aree della città (nella quale vivono 13mila persone). In un post su Facebook il sindaco non sembra comunque avere dubbi sulle colpe: “Questa è responsabilità della miniera, l'uso di acque sotterranee senza controllo, delle forti esplosioni che distruggono il suolo e le nostre case hanno generato questo rischio e dobbiamo essere sicuri come comune che questo non accada di nuovo in un altro posto. Dio ci benedica e ci protegga, andremo avanti finché non avremo risposte, tranquillità e sicurezza per il nostro comune, vi terremo informati”, ha chiosato Zúñiga. In un altro post ha invece sottolineato che il comune andrà fino in fondo per proteggere la comunità di Tierra Amarilla e che è ora che si ponga fine “agli abusi e alle contaminazioni” delle compagnie minerarie.

Il Cile è il più grande produttore mondiale di rame e il complesso minerario “Ojos del Salado” – del quale fa parte anche il sito di Alcaparrosa – contribuisce per il 5 percento della produzione di Candelaria. Sotto la superficie del comune cileno sono presenti numerosi tunnel per l'estrazione del prezioso metallo e il sindaco punta il dito contro i processi di lavorazione. Al momento però non c'è alcuna conferma che siano stati proprio gli scavi all'origine della dolina. Il fenomeno può infatti verificarsi naturalmente a causa dei processi carsici, che erodono le rocce carbonatiche fino a far collassare il terreno e generando grandi depressioni, alcune larghe e profonde centinaia di metri. Non resta che attendere la fine delle indagini della Sernageomin per conoscere le esatte origini del sinkhole cileno e sapere se vi siano rischi per la popolazione locale.

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