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L’elettricità fa guarire le ferite tre volte più velocemente

Un team di ricerca internazionale ha dimostrato che la stimolazione elettrica accelera la guarigione delle ferite di tre volte, anche quelle dei pazienti soggetti allo sviluppo di ferite croniche. Perché può essere una svolta.
A cura di Andrea Centini
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Illustrazione che mostra la guarigione della ferita. Credit: Hassan A. Tahini/Science Brush
Illustrazione che mostra la guarigione della ferita. Credit: Hassan A. Tahini/Science Brush

Grazie alla stimolazione elettrica è possibile far guarire le ferite più velocemente di tre volte. È un risultato molto significativo, soprattutto per i pazienti anziani o con condizioni croniche come diabete, disturbi della circolazione e lesioni spinali, che possono sviluppare ferite croniche, ovvero che si rimarginano con molta difficoltà. Ciò determina un maggior rischio di infezione e in alcuni casi può portare persino all'amputazione della parte colpita. L'elettricità, somministrata attraverso un chip microfluidico, potrebbe scongiurare questi rischi, come evidenziato in un nuovo esperimento.

A dimostrare che la stimolazione elettrica è in grado di aumentare di tre volte la velocità di guarigione delle ferite è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati svedesi dell'Università della Tecnologia “Chalmers” di Goteborg, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di ingegneria dei microsistemi e dell'Istituto di studi avanzati di Friburgo (FRIAS) dell'Università di Friburgo (Germania), del Brainlinks Braintools Center e della Divisione di tecnologia infermieristica e medica dell'Università della Tecnologia di Luleå. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Maria Asplund, docente presso il Dipartimento di Microtecnologie e Nanoscienze dell'ateneo svedese, hanno ottenuto questo risultato dopo aver condotto alcuni esperimenti su cellule della pelle (cheratinociti) coltivate in laboratorio.

Nello specifico, gli scienziati hanno esposto a stimolazione elettrica unidirezionale strati di cellule della pelle sani e di un modello che replicava la condizione dei diabetici. Sono state coltivate su piastre di Petri e sottoposte a un campo elettrico basso, con una potenza di 200 mV/mm, che non ha effetti negativi sulle cellule. Asplund e colleghi hanno deciso di testare l'elettricità tenendo presente la proprietà elettrotattica delle cellule, cioè la capacità di spostarsi in direzione dei campi elettrici. In parole molto semplici, dopo aver provocato delle ferite sugli strati di cellule coltivate, grazie a un chip microfluidico hanno spinto le cellule a spostarsi in una specifica direzione della ferita, accelerando sensibilmente la velocità di guarigione. Come indicato essa è risultata tre volte più rapida del normale, sia nelle cellule sane che in quelle con caratteristiche dei pazienti diabetici.

“Siamo stati in grado di dimostrare che la vecchia ipotesi sulla stimolazione elettrica può essere utilizzata per far guarire le ferite molto più velocemente. Per studiare esattamente come funziona per le ferite, abbiamo sviluppato una sorta di biochip su cui abbiamo coltivato le cellule della pelle, in cui poi abbiamo praticato piccole ferite. Quindi abbiamo stimolato una ferita con un campo elettrico, che ha chiaramente portato a guarire tre volte veloce come la ferita che è guarita senza stimolazione elettrica”, ha dichiarato in un comunicato la professoressa Asplund. “Le ferite croniche sono un enorme problema sociale di cui non sentiamo molto parlare. La nostra scoperta di un metodo che può guarire le ferite fino a tre volte più velocemente può essere un punto di svolta per i diabetici e gli anziani, tra gli altri, che spesso soffrono molto per le ferite che non guariscono”, ha chiosato la specialista in Bioelettronica.

Un simile sistema verosimilmente non sarebbe efficace nel trattamento delle grandi ferite, ma di tagli e lacerazioni di dimensioni più contenute, che possono comunque rappresentare un serio pericolo per i pazienti fragili. Naturalmente bisognerà attendere i primi studi clinici – i test sull'essere umano – per avere la certezza che un simile sistema sia sicuro ed efficace come evidenziato in laboratorio. I dettagli della ricerca “Bioelectronic microfluidic wound healing: a platform for investigating direct current stimulation of injured cell collectives” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Lab on a Chip.

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