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Covid 19

La pillola anti Covid di Pfizer ha meno effetti collaterali del placebo

Lo mostrano i risultati finali dello studio clinico di fase 2/3 sul farmaco antivirale prodotto da Pfizer e specifico per la cura di Covid-19.
A cura di Valeria Aiello
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La pillola anti Covid di Pfizer ha meno effetti collaterali del placebo. Lo mostrano i risultati finali dello studio EPIC-HR di fase 2/3 sul Paxlovid (nirmatrelvir più ritonavir), che confermano sicurezza ed efficacia del nuovo antivirale orale nel ridurre il rischio di ricovero e morte per Covid negli adulti sintomatici non ospedalizzati e che hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi della malattia. L’analisi, uno studio randomizzato in doppio cieco a due bracci di trattamento, ha incluso 2246 pazienti con infezione da SARS-CoV-2 confermata in laboratorio e sintomi da lievi a moderati con almeno una condizione medica associata a un aumentato rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19. I pazienti sono stati assegnati in modo casuale 1 : 1 a ricevere Paxlovid o placebo per via orale ogni 12 ore per 5 giorni.

La pillola di Pfizer per la cura del Covid

I risultati finali della sperimentazione, pubblicati sul New Journal of England Medicine, sono coerenti con i dati dell’analisi preliminare annunciata nel novembre 2021 e dimostrano che il trattamento con Paxlovid ha ridotto dell’89% il rischio di progressione della malattia verso le forme gravi o morte correlata a Covid-19 quando somministrato entro tre giorni dalla comparsa dei sintomi dell’infezione, con una differenza di 5,8 punti percentuali rispetto al placebo. A 28 giorni dal trattamento, lo 0,7% dei pazienti (5 su 697) nel gruppo Paxlovid è stato ricoverato in ospedale per qualsiasi causa correlata al Covid rispetto al 6,5% (44 su 882 con 9 decessi) nel gruppo placebo. Nei pazienti che hanno assunto il trattamento entro 5 giorni, lo 0,8% dei pazienti (8 su 1.039) del gruppo Paxlovid è stato ricoverato in ospedale per Covid rispetto al 6,3% (66 su 1.046, con 12 decessi) del gruppo placebo. Negli over 65, una delle popolazioni a più alto rischio di ricovero e morte, la riduzione del rischio è stata del 94% rispetto al placebo.

L’analisi dei dati relativi alla carica virale ha mostrato che al quinto giorno di trattamento, Paxlovid ha ridotto la carica virale di circa 10 volte rispetto al placebo, indicando un’attività robusta contro Sars-Cov-2 e rappresentando la più forte riduzione della carica virale finora mai segnalata per un farmaco anti Covid orale.

Meno effetti collaterali del placebo

Il profilo di sicurezza di Paxlovid è risultato favorevole, con effetti collaterali comparabili nel braccio di trattamento (23%) rispetto al placebo (24%): nel complesso, i pazienti che hanno ricevuto Paxlovid hanno riportato meno eventi avversi gravi (1,6% rispetto al 6,6% del placebo) e minori tassi di interruzione del trattamento (nel 2,1% per Paxlovid e 4,2% per placebo).

Gli effetti collaterali più comuni (che hanno interessato almeno l’1% dei pazienti) sono stati un’alterata percezione del gusto (5,6% dei pazienti trattati con plaxovid rispetto allo 0,3% dei soggetti che hanno ricevuto il placebo), diarrea (3,1% contro 1,6%), cefalea (1,4% contro 1,3%), nausea (1,4 % contro 1,7%) e vomito (1,1% contro 0,8%). Gli eventi avversi gravi più frequentemente segnalati (che si sono verificati in almeno 2 pazienti) sono invece stati la polmonite correlata al Covid, registrata nello 0,5% dei pazienti (6 casi) nel braccio di trattamento con Paxlovid rispetto al 3,3% (37 pazienti) nel gruppo placebo, e la progressione della malattia – 0,2% (2 pazienti), rispetto allo 0,7% (8 pazienti).

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