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Covid 19

Omicron 2 avrebbe un vantaggio di crescita rispetto alla variante “sorella”

Lo indicano i dati dell’ultimo report dell’UKHSA secondo cui i nuovi casi legati alla forma virale “sorella” di Omicron sono aumentati del 30% rispetto a quelli di Omicron standard.
A cura di Valeria Aiello
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Ancora prima che l’ondata di Omicron sia finita, il crescente numero di casi legati a un’altra variante, nota come BA.2 e informalmente chiamata “stealth Omicron” preoccupa gli esperti, non perché sia davvero una forma virale “invisibile” (ne parlavamo anche qui) ma perché la sua diffusione a livello globale rimane di difficile interpretazione. La BA.2 era infatti già stata rilevata in Sudafrica negli stessi giorni in cui veniva segnalato l’emergere della variante Omicron 1 (che sarebbe poi diventata dominante) ma sempre in Sudafrica la stessa BA.2 non si è poi diffusa in maniera rilevante come la variante “sorella” (o BA.1), al contrario di quanto è invece accaduto in Paesi come la Danimarca, dove Omicron 2 attualmente rappresenta circa il 65% dei nuovi casi.

La percentuale di infezioni da Omicron 2 sta aumentando rapidamente anche in Germania e India, così come nel Regno Unito, da dove nelle ultime ore sono arrivati i risultati preliminari degli studi condotti dall’Imperial College di Londra sull’efficacia dei vaccini anti Covid, che nei confronti di BA.2 sarebbe fortunatamente preservata, anzi leggermente più alta rispetto a BA.1. E da dove giungono anche i dati dell’ultimo report dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria (UKHSA), che ha designato la nuova forma virale come “variante sotto inchiesta” (variant under investigation), e le conclusioni di uno studio del King’s College di Londra che ipotizza una maggiore contagiosità rispetto ad Omicron 1.

A supporto di questa tesi è l’incidenza di Omicron 2, ovvero il numero di nuove infezioni causato da BA.2, per cui i dati dell’UKHSA indicano un aumento del tasso di crescita rispetto ad Omicron 1 nelle aree del Paese dove si sono verificati abbastanza contagi da poter fare un confronto. “L’apparente vantaggio di crescita è attualmente sostanziale” ha evidenziato l’UKHSA. “Ora sappiamo che BA.2 ha un tasso di crescita maggiore, che può essere osservato in tutte le regioni dell’Inghilterra” ha affermato la dottoressa Susan Hopkins, consulente medico capo dell’UKHSA.

L’agenzia ha anche indicato che il tasso di attacco secondario per BA.2 (ovvero il numero di contagi che si è verificato in un determinato lasso di tempo) è aumentato di circa il 30% rispetto a BA.1, riflettendo un vantaggio in termini di trasmissione di BA.2. Ad ogni modo, l’ente britannico ha sottolineato che non ci sono dati che indichino una maggiore severità dell’infezione (forme di Covid più gravi), pur ribadendo che queste conclusioni sono preliminari perché il numero di casi finora valutati è relativamente piccolo e che saranno necessari nuovi studi per confermare queste conclusioni.

Nel frattempo, la variante BA.2 è stata rilevata anche in Italia, con 21 campioni sequenziati, che rappresentano circa l’1% delle sequenze classificate come Omicron nel nostro Paese. Infezioni da BA.2 sono state identificate in Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana.

Non è però ancora chiaro se BA.2 sarà in grado di causare una nuova ondata di infezioni o se invece ha il potenziale per prolungare l’attuale ondata, sebbene in Sudafrica, dove il picco è stato superato, non ci sia alcun segno di recrudescenza nonostante i contagi da BA.2 siano in aumento, con una prevalenza del 25%. “Sarei sorpreso se BA.2 provocasse grandi ondate in luoghi che hanno appena avuto BA.1” ha affermato il biologo evoluzionista Jesse Bloom del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle. Tuttavia, i Paesi che finora sono riusciti in gran parte a prevenire la diffusione del coronavirus SARS-CoV-2, come il Giappone, potrebbero trovare ancora più difficile evitare la circolazione di BA.2 rispetto a BA.1.

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