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La cocaina è stata un “ingrediente” segreto nel primo trapianto di cuore di maiale a un uomo

Il primo trapianto di un cuore di maiale a un uomo è stato reso possibile grazie a una soluzione contenente cocaina. Ecco a cosa è servita.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Scuola di Medicina dell'Università del Maryland
Credit: Scuola di Medicina dell'Università del Maryland

Nei giorni scorsi un uomo di 57 anni ha ricevuto il primo trapianto al mondo con un cuore di maiale geneticamente modificato. L'intervento, perfettamente riuscito, è stato eseguito dai chirurghi del Centro medico dell’Università del Maryland di Baltimora, coordinati dal professor Bartley Griffith. Al momento era l'unica opzione percorribile per David Bennett, affetto da una malattia cardiaca allo stadio terminale e tenuto in vita da una macchina. L'operazione ha rappresentato una vera e propria pietra miliare per la medicina, non solo per il traguardo straordinario raggiunto attraverso lo xenotrapianto (il trapianto di organi di una specie su un'altra), ma anche perché ha gettato le fondamenta per l'abbattimento delle lunghissime liste d'attesa, di chi aspetta un organo idoneo da donatore deceduto. Ora si è scoperto che dietro questa operazione storica ha giocato un ruolo fondamentale una sostanza stupefacente: la cocaina.

A raccontarlo a Vice.com è stato il dottor Muhammad Mohiuddin, professore di Chirurgia, Direttore del programma Xenotrapianti dell'ateneo statunitense e uno dei principali attori dell'intervento sul 57enne di Baltimora. Ma cosa c'entra la cocaina in tutto questo? La sostanza, semplicemente, era uno degli ingredienti principali della soluzione in grado di mantenere in vita il cuore del maiale, molto più a lungo di quelle utilizzate tradizionalmente per il trattamento degli organi. Messa a punto dalla società di biotecnologie svedese XVIVO, la soluzione oltre alla cocaina contiene anche una decina di ormoni, tra i quali il cortisolo e adrenalina. È una specie di “elisir di lunga vita” per organi, in grado di aumentarne fino a 24 ore la conservazione durante il solo trasporto. Ciò permette il trasferimento di organi anche in luoghi molto lontani da dove sono stati espiantati, abbattendo uno dei grandi limiti dei trapianti: la logistica.

Naturalmente la cocaina non è una sostanza come un'altra, quindi la soluzione è stata rigorosamente esaminata dalla Drug Enforcement Agency (DEA) – l'agenzia federale antidroga del Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti – prima di ricevere tutte le autorizzazioni necessarie. Uno dei principali benefici di questa soluzione osservati dal professor Mohiuddin e dai suoi colleghi era la prevenzione dell'insufficienza cardiaca, che dopo un certo periodo di tempo si verificava con altre. “Quando non utilizzavamo questa soluzione, ottenevamo problemi entro 48 ore. Ma quando abbiamo iniziato a usarla e a infondere nel cuore questa soluzione, il cuore si è conservato bene e ha iniziato a battere molto bene”, ha dichiarato a Vice.com lo scienziato. Non sono chiare le ragioni scientifiche dell'efficacia della cocaina e degli altri eccipienti presenti nella soluzione svedese, tuttavia fa ampiamente il suo mestiere. Secondo gli esecutori del trapianto, se verrà ampiamente autorizzata e non si limiterà ad approvazioni per usi sperimentali come nel caso dello xenotrapianto del signor Bennett, permetterà il trasferimento di organi anche da altri Stati e aumenterà le chance di sopravvivenza dei pazienti in attesa di un intervento.

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