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Immagini straordinarie e fenomeni mai visti sul Sole catturati dalla sonda Solar Orbiter: il video

La sonda Solar Orbiter dell’ESA e della NASA ha catturato immagini senza precedenti del Sole. Tra i fenomeni inediti osservati un misterioso “riccio solare”
A cura di Andrea Centini
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La sonda Solar Orbiter dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e della NASA ha catturato le immagini più straordinarie e ravvicinate del Sole, la nostra stella. Molti dei dati raccolti dagli strumenti del satellite sono del tutto inediti per i ricercatori – come una misteriosa formazione soprannominata “riccio solare” – e ci vorranno anni per analizzarli e decifrarli tutti; ciò che è certo è che si tratta di materiale estremamente prezioso (oltre che visivamente eccezionale) per comprendere il comportamento e l'attività del Sole, in grado di influenzare sensibilmente anche la Terra. Proprio in questa fase ci stiamo dirigendo verso il massimo solare del ciclo undecennale della stella, previsto per il luglio 2025. È un periodo di grande attività magnetica, come dimostrano le numerose tempeste geomagnetiche registrate dall'inizio dell'anno. L'obiettivo principale della missione Solar Orbiter è studiare l'atmosfera esterna della stella (corona solare) e le dinamiche dell'eliosfera, l'insieme di particelle cariche proiettate dal Sole attraverso il Sistema solare durante brillamenti, espulsioni di massa coronale e altri fenomeni. È il cosiddetto “vento solare”, responsabile delle aurore polari ma anche delle sopracitate tempeste geomagnetiche, potenzialmente in grado di danneggiare comunicazioni, rete elettrica, navigazione GPS, satelliti e attività astronautiche.

Un'immagine del Sole catturata dalla Solar Orbiter. Credit: ESA
Un'immagine del Sole catturata dalla Solar Orbiter. Credit: ESA

Le immagini che vedete in testa all'articolo sono state catturate dalla Solar Orbiter alla fine di marzo di quest'anno, durante il suo primo perielio, ovvero il passaggio orbitale più ravvicinato alla stella. Il 26 marzo la sonda si è trovata all'interno dell'orbita di Mercurio – il pianeta più vicino al Sole – a poco meno di 50 milioni di chilometri, circa terzo della distanza che separa la Terra dal Sole (una Unità Astronomica o UA è pari a circa 150 milioni di chilometri). Da qui ha avuto un punto di vista privilegiato sulla stella, mostrandoci l'attività dell'atmosfera con un dettaglio senza precedenti. Per “sopravvivere” a un ambiente così estremo la sonda Solar Orbiter è dotata di uno scudo termico (rivolto sempre verso la stella) sviluppato dalla joint venture italofrancese Thales Alenia Space; durante il perielio ha sopportato una temperatura di 500° C, mentre il veicolo alle sue spalle ha mantenuto una temperatura di esercizio di – 180° C grazie a un sofisticato sistema di raffreddamento. I video e gli altri dati sono stati raccolti dai dieci strumenti della sonda, la prima a studiare nel dettaglio le regioni polari grazie alla peculiare orbita inclinata. Tra gli strumenti attivi figura anche il coronografo italiano METIS, messo a punto in collaborazione tra l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), il CNR, università e società specializzate nel settore aerospaziale. Lo strumento è progettato per analizzare la corona solare sia nella banda visibile che in quella ultravioletta contemporaneamente, raccogliendo così dati inediti. È in grado anche di analizzare la luce polarizzata attraverso un polarimetro a cristalli liquidi.

Tra i dettagli più intriganti catturati dalla Solar Probe vi è il cosiddetto “riccio solare”, un getto di gas che si estende per 25.000 chilometri – il doppio del diametro della Terra – caratterizzato da picchi caldi (1 milione di gradie) e freddi. Gli scienziati devono ancora capire bene di cosa si tratti e da dove origina. “Le immagini sono davvero mozzafiato”, ha affermato in un comunicato stampa dell'ESA il dottor David Berghmans, un fisico solare dell'Osservatorio reale del Belgio e a capo dello strumento Extreme Ultraviolet Imager (EUI) montato sulla sonda. “Anche se Solar Obiter smettesse di acquisire dati domani, sarei impegnato per anni a cercare di capire tutte queste cose”, ha aggiunto con genuino entusiasmo l'esperto, rimasto letteralmente ammaliato dalla qualità dei video raccolti durante il passaggio al perielio.

La sonda ha raccolto dati sul vento solare, sui campi magnetici, sul plasma e sulle attività della stella, inviandoli sulla Terra praticamente in tempo reale; sono informazioni preziosissime che possono aiutarci a prevedere le aurore polari (dovute all'interazione delle particelle col campo magnetico terrestre) ma anche l'intensità delle tempeste geomagnetiche. Il prossimo passaggio ravvicinato al Sole della Solar Orbiter si verificherà in ottobre; nei prossimi anni la sonda si avvicinerà sempre di più alla corona.

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