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Il Viagra riduce il rischio di morte prematura per malattie cardiache del 40%, secondo uno studio

Uno studio ha rilevato che il Viagra e altri farmaci affini per la disfunzione erettile hanno possibili effetti cardioprotettivi, riducendo sensibilmente il rischio di morte prematura per malattie cardiovascolari.
A cura di Andrea Centini
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I farmaci per la disfunzione erettile come il Viagra possono proteggere gli uomini dalla morte prematura, in particolar modo per eventi cardiovascolari. È quanto emerso da un nuovo studio che ha messo a confronto una coorte di uomini cui era stata prescritta la celebre “pillola blu” (o farmaci affini) con un gruppo di controllo composto da persone che non l'assumevano. Ricordiamo che il principio attivo, il citrato di sildenafil sintetizzato per la prima volta alla fine degli anni '80 da scienziati della Pfizer, in origine era stato sviluppato per trattare patologie cardiovascolari come l'ipertensione e l'angina pectoris. Solo in un secondo momento è emersa la sua capacità di migliorare la funzione erettile. Ma ora una nuova indagine evidenzia che il Viagra e gli altri farmaci basati sullo stesso meccanismo d'azione – tecnicamente sono definiti inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE-5i) – possono ridurre il rischio di morte precoce.

A determinarlo è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati della Divisione di Medicina Cardiovascolare della Scuola di Medicina Kech di Los Angeles e dell'Huntington Medical Research Institutes di Pasadena, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della società HealthCore Inc. e del Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali dell'Università della California. Gli scienziati, coordinati dal professor Robert A. Kloner, docente presso il Dipartimento di Medicina dell'ateneo californiano, sono giunti alla loro conclusione dopo aver condotto uno studio di coorte osservazionale retrospettivo sui dati di un ampio database di uomini. Avevano tutti una diagnosi di disfunzione erettile ma senza incidenza di eventi avversi cardiovascolari maggiori da almeno un anno, come infarto del miocardio, insufficienza cardiaca, angina pectoris instabile, rivascolarizzazione coronarica, ictus et etc.

Nel complesso sono stati coinvolti oltre 23mila uomini cui erano stati prescritti inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE-5i) e altri 48mila che non li avevano mai assunti. L'età media dei partecipanti era di 52 anni. Lo studio di osservazione, cioè senza evidenziare rapporti di causa – effetto, è durato 14 anni, tra gennaio 2006 e ottobre 2020. Incrociando tutti i dati è emerso che coloro che assumevano il Viagra (e affini) avevano ben il 39 percento di probabilità in meno di morire prematuramente per una condizione cardiovascolare. Più nello specifico, chi assumeva farmaci per la disfunzione erettile aveva il 17 percento di probabilità in meno di avere insufficienza cardiaca; del 15 percento in meno di essere sottoposti a una procedura di rivascolarizzazione coronarica; e il 22 percento in meno di sviluppare una angina pectoris instabile. Sono tutte condizioni potenzialmente fatali.

I risultati di questo studio suggeriscono che il Viagra e gli altri farmaci PDE-5i per la disfunzione erettile possono avere significativi effetti cardioprotettivi. Va tuttavia tenuto presente che si è trattato di un "semplice" studio di osservazione retrospettivo, che non ha valutato rapporti di causa – effetto ed eventuali fattori confondenti, anche se l'elevato numero di partecipanti evidenzia un profilo statistico significativo. Per dimostrare l'effettiva efficacia di questi farmaci sarebbe necessario uno studio clinico randomizzato e controllato con placebo coinvolgendo persone affette da condizioni cardiovascolari. I dettagli della ricerca “Effect of phosphodiesterase type 5 inhibitors on major adverse cardiovascular events and overall mortality in a large nationwide cohort of men with erectile dysfunction and cardiovascular risk factors: A retrospective, observational study based on healthcare claims and national death index data” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of Sexual Medicine.

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