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Il telescopio spaziale James Webb trova l’acqua e un nuovo mistero su una cometa vicina

Situata nella fascia principale degli asteroidi, la cometa Read ha un alone di vapore acqueo ma, a differenza di altre comete, non presenta anidride carbonica rilevabile.
A cura di Valeria Aiello
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Rappresentazione artistica della cometa Read 3 (238P/Read) nella fascia principale degli asteroidi / Credit: NASA, ESA
Rappresentazione artistica della cometa Read 3 (238P/Read) nella fascia principale degli asteroidi / Credit: NASA, ESA

Un nuova svolta scientifica, a lungo ricercata dagli astronomi che studiano il Sistema solare e l’origine dell’acqua che ha reso possibile la vita sulla Terra, sta ponendo gli astronomi davanti a un mistero tutto da decifrare. Parliamo delle osservazioni effettuate dal telescopio spaziale James Webb che, per la prima volta, ha permesso di confermare la presenza di acqua su una cometa nella fascia principale degli asteroidi, in particolare di vapore acqueo, dimostrando che l’acqua può essere conservata sotto forma di ghiaccio sublimato in quella regione del Sistema solare. Il rilevamento comporta però un nuovo enigma, perché a differenza di altre comete, la cometa in questione, formalmente denominata 238P/Read e conosciuta come Read 3 dal nome del suo scopritore, l’astronomo statunitense Michael Read, non presenta anidride carbonica rilevabile. La scoperta è stata dettagliata in uno studio pubblicato sulla rivista Nature.

Il mistero della cometa Read 3

Tipicamente, l’anidride carbonica costituisce il 10 percento del materiale volatile in una cometa, ma la cometa Read potrebbe non averla mai avuta. Oppure potrebbe averla persa a un ritmo più veloce delle altre comete. “Permanendo per molto tempo nella fascia degli asteroidi, potrebbe accadere (di perderla, ndr) – dice l’astronomo Michael Kelley dell’Università del Maryland, autore principale dello studio – . L’anidride carbonica evapora più facilmente del ghiaccio d’acqua e in miliardi di anni potrebbe essere stata vaporizzata dal calore del Sole”. In alternativa, spiega Kelley, la cometa Read 3 potrebbe essersi formata in una sacca particolarmente calda del Sistema solare, dove l’anidride carbonica non era disponibile.

Ad oggi, non siamo ancora sicuri da dove provenga tutta l’acqua della Terra. Il nostro pianeta si è formato circa 4,5 miliardi di anni fa dalla nebulosa solare, dunque troppo vicino al Sole da poterne avere in tali quantità. Pertanto, le comete e gli asteroidi sono considerati come sistemi di trasporto interplanetari di acqua, che hanno preso il ghiaccio dalle regioni esterne e lo hanno portato vicino a noi, bombardando la Terra e rifornendola di un’enorme quantità d’acqua che ha creato gli oceani.

Osservare il ghiaccio nella fascia principale degli asteroidi è quindi molto positivo, perché è stato a lungo ipotizzato che l’acqua sia arrivata a noi in questo modo. Senza però il rilevamento diretto del vapore acqueo, era difficile poter dire che sia davvero andata in questo modo. Il telescopio spaziale James Webb ha ora mostrato l’innegabile firma chimica dell’acqua, aiutandoci a comprendere la storia della sua distribuzione nel Sistema Solare. “Questo contribuirà alla comprensione di altri Sistemi planetari e potrebbe farci capire se sono sulla buona strada per ospitare un pianeta simile alla Terra” ha aggiunto Stefanie Milam JWST Deputy Project Scientist for Planetary Science e coautrice dello studio.

Grafico di confronto dei dati spettrali dati spettrali della cometa 238P/Read nella fascia principale di asteroidi ottenuti con lo strumento NIRSpec (Near-Infrared Spectrograph) del telescopio spaziale James Webb della NASA/ESA/CSA nel 2022 e le osservazioni della cometa 103P/Hartley 2 della famiglia delle comete gioviane durante missione Deep Impact della NASA nel 2010. Entrambi mostrano un picco distinto nella regione dello spettro associato all'acqua ma, rispetto alla cometa Hartley 2, la cometa Read 3 non ha mostrato il caratteristico picco che indica la presenza di anidride carbonica.
Grafico di confronto dei dati spettrali dati spettrali della cometa 238P/Read nella fascia principale di asteroidi ottenuti con lo strumento NIRSpec (Near-Infrared Spectrograph) del telescopio spaziale James Webb della NASA/ESA/CSA nel 2022 e le osservazioni della cometa 103P/Hartley 2 della famiglia delle comete gioviane durante missione Deep Impact della NASA nel 2010. Entrambi mostrano un picco distinto nella regione dello spettro associato all'acqua ma, rispetto alla cometa Hartley 2, la cometa Read 3 non ha mostrato il caratteristico picco che indica la presenza di anidride carbonica.

D’altra parte, i ricercatori sperano anche di risolvere il mistero dell’anidride carbonica mancante e hanno già in programma di osservare altre comete della fascia principale. “Anche queste mancano di anidride carbonica? In ogni caso, sarà entusiasmante scoprirlo” ha concluso l’astronoma e coautrice Heidi Hammel dell’Association of Universities for Research in Astronomy (AURA).

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