463 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il Sole è “agitato”, eruzioni continue da settimane: la più violenta la notte del 15 febbraio

Il Sole sta attraversando una fase di intensa attività magnetica caratterizzata da continui brillamenti e CME. Il 15 febbraio eruzione di plasma violentissima.
A cura di Andrea Centini
463 CONDIVISIONI
Credit: Spaceweather.com
Credit: Spaceweather.com

Da alcune settimane il Sole risulta un po' “agitato”, con continue emissioni di plasma nello spazio attraverso potentissimi brillamenti ed espulsioni di massa coronale o CME (acronimo di coronal mass ejection). Uno degli ultimi eventi, registrato dagli scienziati nella notte del 15 febbraio, è risultato particolarmente violento e spettacolare, tanto che si ritiene possa rientrare nella categoria più potente, quella di Classe X. I brillamenti solari sono immense emissioni di materia che dalla fotosfera della stella si proiettano nello spazio, sprigionando enormi quantità di energia. Si generano durante il fenomeno della “riconnessione delle linee del campo magnetico” e come indicato sono suddivisi in classi di potenza, ovvero A, B, C, M e X. Ciascuna classe, a sua volta suddivisa in sottoclassi da 1 a 9, è dieci volte più energetica di quella che la precede.

Fortunatamente la potente espulsione di massa coronale del 15 febbraio – “uno dei più potenti CME degli ultimi anni”, come indicato dagli scienziati di spaceweather.com – è stata proiettata nella direzione opposta alla Terra. Ciò significa che il vento solare prodotto dal fenomeno non raggiungerà l'atmosfera terrestre e dunque non rischiamo una devastante tempesta geomagnetica. Questi fenomeni possono provocare problemi di comunicazione radio e navigazione, oltre che “friggere” i satelliti e altri veicoli spaziali. Nei giorni scorsi un brillamento di classe M verificatosi il 29 gennaio ha determinato la perdita di 40 satelliti Starlink di SpaceX, la compagnia aerospaziale privata di Elon Musk. I satelliti non sono stati danneggiati dal punto di vista elettronico, ma il vento solare – che ha raggiunto la Terra alcuni giorni dopo l'evento – ha reso l'atmosfera molto più densa e ciò non ha permesso loro di raggiungere la quota prestabilita, facendoli deorbitare inesorabilmente fino alla distruzione.

Le impressionanti immagini dell'espulsione di massa coronale del 15 febbraio sono state catturate da diversi strumenti, tra i quali i coronografi installati sull'Osservatorio solare ed eliosferico (SOHO). Come indicato, si è trattato solo dell'ultimo di una serie di eventi violenti che vanno avanti da diverse settimane. Per tutto il mese di febbraio ci sono stati diversi fenomeni di classe M (di cui gli ultimi più potenti il 12, il 14 e il 15), mentre cinque sono stati registrati a gennaio. Impressionante anche il video dell'evento del 12 febbraio, che potete vedere qui in basso.

Per quanto queste immagini possano apparire "catastrofiche", non c'è nulla di cui preoccuparsi. Il Sole, infatti, ha un ciclo naturale di 11 anni in cui si verifica l'inversione dei poli magnetici e raggiunge picchi di minima e massima intensità. Nel 2019 ha raggiunto il suo minimo e ora è entrato nella sua fase di attività più intensa, in cui si osservano più macchie solari e fenomeni come i suddetti brillamenti e CME. Secondo gli esperti il picco di intensità potrebbe essere raggiunto a luglio 2025. La speranza è che CME come quelli più potenti non vengano indirizzati verso la Terra, dove potrebbero scatenare potentissime tempeste geomagnetiche con conseguenze significative sulle apparecchiature elettroniche e sulle comunicazioni. Aurore polari potrebbero apparire a latitudini molto più basse del normale.

463 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views