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Il Sole come mai visto prima nelle nuove immagini del telescopio Daniel K. Inouye

Diffuse dal National Solar Observatory degli Stati Uniti, sono otto incredibili foto della nostra stella, che mostrano dettagli in alta definizione della fotosfera, la regione comunemente indicata come la superficie del Sole.
A cura di Valeria Aiello
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Il mosaico di nuove immagini del Sole catturate dal telescopio solare Inouye / Credit: National Solar Observatory
Il mosaico di nuove immagini del Sole catturate dal telescopio solare Inouye / Credit: National Solar Observatory

Il Sole come non lo avevamo mai visto prima d’ora. È l’incredibile spettacolo che il telescopio solare Daniel K. Inouye (DKIST) ha appena cominciato a mostrarci in un’anticipazione di quanto catturato nella sua fase di messa in servizio, il periodo durante il quale viene progressivamente portato alla sua piena capacità operativa. Si tratta di otto strabilianti immagini che rivelano dettagli in alta definizione della fotosfera, la regione comunemente indicata come la superficie del Sole, sede delle macchie solari e delle luminosissime facole. Diffuse dal National Solar Observatory degli Stati Uniti, mostrano la capacità unica di questo telescopio di acquisire dati senza precedenti, che aiuteranno gli scienziati a comprendere meglio il campo magnetico del Sole e i driver dietro le tempeste solari.

Le foto della superficie del Sole

Prese singolarmente, le immagini presentano una varietà di macchie solari e regioni tranquille del Sole catturate dal Visible-Broadband Imager (VBI), uno degli strumenti di prima generazione del telescopio. Rispetto alle prime storiche immagini e quelle rilasciate in occasione del primo anniversario di operatività, le nuove foto forniscono una visione ancora più accurata della nostra stella, rivelandoci sia regioni in cui il Sole è per lo più tranquillo, sia regioni più attive.

Uno sguardo dettagliato alla superficie del Sole. Ogni granulo ha un diametro di circa 1.000 chilometri / Credit: National Solar Observatory
Uno sguardo dettagliato alla superficie del Sole. Ogni granulo ha un diametro di circa 1.000 chilometri / Credit: National Solar Observatory

Nelle regioni più calme, possiamo osservare la granularità della fotosfera, ovvero le sue celle di convezione, che mostrano uno schema luminoso di plasma caldo che scorre verso l’alto (i granuli), ciascuna con confini più scuri di plasma solare più freddo che scorre verso il basso.

Una macchia solare / Credit: NSO
Una macchia solare / Credit: NSO

Nelle regioni più attive della fotosfera si trovano invece le macchie solari, che nelle foto sono le aree scure e più fredde (qualche migliaio di gradi circa), dove persistono forti campi magnetici. Hanno dimensioni variabili, ma molte sono spesso raffrontabili con quelle della Terra, se non più grandi. Le macchie solari complesse o gruppi di macchie solari possono essere fonte di eventi esplosivi, come brillamenti ed espulsioni di massa coronale, che generano le tempeste solari. Questi fenomeni energetici ed eruttivi influenzano lo strato atmosferico più esterno del Sole, l’eliosfera, con potenziali impatti sul campo magnetico terrestre e la nostra infrastruttura critica, come satelliti, linee elettriche e altre tecnologie.

Le nuove immagini del telescopio solare Inouye, il più grande e potente del mondo, grazie al suo specchio primario del diametro di oltre 4 metri e l’utilizzo delle moderne tecniche di ottica adattativa, sono solo una piccola parte delle osservazioni effettuate durante il Ciclo 1 della sua fase di messa in servizio (Operations Commissioning Phase, OCP). Il telescopio, che si trova presso l’Haleakala Observatory sull’isola hawaiana di Maui, continuerà quindi ad esplorare il Sole. E vista l’anticipazione, possiamo di sicuro aspettarci nuove strabiliati visioni.

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