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Il razzo che si schianterà contro la Luna il 4 marzo non è di SpaceX: ecco di cosa si tratta

Il 4 marzo un razzo si schianterà contro la faccia nascosta della Luna, ma non è un Falcon 9 di SpaceX come si credeva. Ecco di cosa si tratta.
A cura di Andrea Centini
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Credit: SpaceX
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Nei giorni scorsi l'astronomo Bill Gray, esperto di detriti spaziali, ha annunciato che il secondo stadio di un razzo Falcon 9 di SpaceX – la compagnia aerospaziale privata di Elon Musk – si sarebbe schiantato il 4 marzo contro la faccia nascosta della Luna. Le cose, tuttavia, non andranno così. O meglio, non perfettamente così. Un oggetto spaziale, infatti, si schianterà sicuramente contro la Luna, poiché i calcoli della sua traiettoria sono assolutamente corretti; ma non si tratterà della parte di un razzo di SpaceX, bensì – con elevata probabilità – di un razzo cinese Long March 3C, scomparso dai radar nel 2014.

Ad ammettere l'errore è stato lo stesso dottor Gray, in un comunicato pubblicato su projectpluto.com, il portale dedicato all'omonimo programma di ricerca che studia le traiettorie di oggetti naturali (come gli asteroidi NEO) e artificiali (come satelliti e componenti di razzi) che orbitano attorno alla Terra. Tutto ha avuto inizio proprio con la diffusione virale della notizia dello schianto del razzo di SpaceX contro la superficie lunare. Un articolo dedicato alla questione è infatti finito sotto gli occhi del dottor Jon Giorgini del Jet Propulsion Laboratory della NASA, che ha scoperto qualcosa di anomalo nei calcoli presentati da Gray. Vediamo cosa.

Il razzo di SpaceX inizialmente additato come responsabile dell'impatto con la Luna è il Falcon 9 partito l'11 febbraio del 2015 per la missione Deep Space Climate Observatory (DSCOVR), gestita dall'agenzia federale statunitense NOAA. Il lancio, eseguito con successo, portò in orbita un satellite per l'osservazione del tempo meteorologico spaziale. Come da programma il secondo stadio del razzo fu abbandonato nello spazio per la successiva deorbita e distruzione nell'atmosfera terrestre. Durante un'analisi della “spazzatura spaziale” eseguita poco dopo il lancio fu identificato un oggetto – elencato con codice WE0913A – che aveva oltrepassato la Luna due giorni dopo il lift-off del razzo di SpaceX. Per il dottor Gray quell'oggetto era proprio il secondo stadio del Falcon 9 e così lo classificò negli elenchi. È stato questo dettaglio ad aver insospettito il dottor Giorgini: analizzando la traiettoria della missione DSCOVR, infatti, ha determinato che l'orbita non si sarebbe avvicinata alla Luna. Dunque, come avrebbe fatto un pezzo del Falcon 9 a trovarsi oltre la Luna soltanto due giorni dopo il decollo? Giorgini ha deciso di avvisare il dottor Gray, che ha rifatto tutti i suoi calcoli; è così giunto alla conclusione che WE0913A non era affatto il razzo di SpaceX.

“Con il senno di poi, avrei dovuto notare alcune cose strane nell'orbita di WE0913A. Supponendo che non ci siano state manovre, si sarebbe trovato in un'orbita alquanto strana attorno alla Terra prima del sorvolo lunare. Nel suo punto più alto, sarebbe vicino all'orbita della Luna; nel suo punto più basso (perigeo), a circa un terzo di quella distanza. Mi sarei aspettato che il perigeo fosse vicino alla superficie terrestre. Il perigeo sembrava piuttosto alto”, ha spiegato il dottor Gray nel suo articolo. Tornando a ritroso con i calcoli ha così scoperto che la traiettoria di WE0913A si sposava perfettamente con quella di un razzo cinese Long March 3C, impiegato nella missione Chang'e 5-T1 inviata proprio sulla Luna. Il lancio avvenne il 23 ottobre del 2014 e da allora lo stadio booster “sparì” dai radar. Il dottor Gray non ha la conferma al 100 percento che l'oggetto che si schianterà venerdì 4 marzo contro la Luna (alle 13:25 ora italiana) sia proprio il razzo cinese, ma lo ritiene altamente probabile.

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