144 CONDIVISIONI

Il canto degli uccelli e il birdwatching fanno bene alla salute

Uno studio ha determinato che osservare gli uccelli e sentirli cantare ha un grande beneficio sul benessere psicofisico, anche per chi soffre di depressione.
A cura di Andrea Centini
144 CONDIVISIONI

Ascoltare il canto degli uccelli e osservarli in natura aumenta il benessere fisico e mentale, compreso quello delle persone affette da depressione. Tale beneficio perdura per diverse ore nel corso della giornata, anche dopo una breve esposizione all'avifauna, evidenziando l'impatto particolarmente positivo di queste attività. Molteplici studi passati hanno scandagliato e rilevato gli effetti benefici legati al birdwatching, ma in genere si basavano “su questionari retrospettivi o configurazioni artificiali con scarsa validità ecologica”, come hanno scritto gli autori della ricerca. La differenza sostanziale della nuova indagine risiede nel fatto che la valutazione del benessere è stata condotta in tempo reale, attraverso un'applicazione per smartphone che ha permesso di valutare anche le fluttuazioni legate alla mancata osservazione quotidiana.

Un pettirosso in canto. Credit: Andrea Centini
Un pettirosso in canto. Credit: Andrea Centini

A determinare che osservare e ascoltare gli uccelli migliora il benessere psicofisico è stato un team di ricerca britannico guidato da scienziati dell'Istituto di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze del King's College di Londra, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi delle società J&L Gibbons e Nomad Projects. I ricercatori, coordinati dai professori Ryan Hammoud e Andrea Mechelli, docenti presso il Dipartimento di Studi sulla Psicosi dell'ateneo inglese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver coinvolto un campione di circa 1.300 partecipanti provenienti da diversi Paesi, tra i quali Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Australia e diversi europei. Attraverso l'applicazione Urban Mind, sviluppata in collaborazione con l'artista Michael Smythe di Nomad Projects, hanno chiesto ai volontari (in momenti casuali) come si sentivano in quel momento, quale umore avevano, se potevano vedere e ascoltare uccelli e se c'erano alberi in zona.

Un usignolo in canto. Credit: Andrea Centini
Un usignolo in canto. Credit: Andrea Centini

Il professor Mechelli e colleghi hanno raccolto i dati per oltre tre anni, tra aprile 2018 e ottobre 2021, abbracciando anche il periodo critico della pandemia di COVID-19, che ha eroso in modo drastico la salute mentale della popolazione (anche a causa dei lockdown e dell'impossibilità di potersi recare nei posti del cuore). In tutto sono state recuperate quasi 27mila “valutazioni ecologiche istantanee”. Incrociando tutti i dati è emerso chiaramente che le persone si sentivano meglio nei momenti in cui potevano osservare e sentire gli uccelli, provando buon umore, serenità, felicità e altre emozioni positive. Gli effetti erano positivi anche in coloro che soffrivano di disturbi depressivi. Si tratta di un dato estremamente significativo, dato che non sempre è possibile migliorare la salute mentale dei soggetti depressi con consigli validi per la popolazione generale. È stato calcolato che il beneficio del birdwatching dura 6 – 8 ore nel corso della giornata, anche dopo una breve esposizione, donando una vera e propria infusione di positività. Quando i partecipanti non osservavano gli uccelli nella valutazione successiva, tale effetto positivo non era presente.

“Gli incontri quotidiani con l'avifauna sono stati associati a miglioramenti duraturi del benessere mentale”, hanno scritto gli scienziati nell'abstrac dello studio. “Questi miglioramenti erano evidenti non solo nelle persone sane, ma anche in quelle con una diagnosi di depressione, la malattia mentale più comune in tutto il mondo. Questi risultati hanno potenziali implicazioni per la protezione dell'ambiente e della fauna selvatica e per le politiche di salute mentale. Dovrebbero essere attuate misure specifiche, volte a preservare e aumentare gli incontri quotidiani con l'avifauna nelle aree urbane”, hanno chiosato gli esperti. “Dobbiamo creare e supportare l'ambiente, in particolar modo gli ambienti urbani, dove l'avifauna è una caratteristica costante. Per avere una popolazione sana di uccelli, hai anche bisogno di piante e di alberi. Dobbiamo nutrire l'intero ecosistema all'interno delle nostre città”, ha dichiarato al Guardian il professor Mechelli.

I risultati dell'indagine non hanno sorpreso gli esperti di avifauna. Il presidente della Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) Danilo Selvaggi, ad esempio, in un post su Facebook dedicato allo studio ha sottolineato che "la natura è una soluzione per la crisi climatica, per le disfunzioni del territorio e per il terribile stress delle nostre esistenze, individuali e sociali. Distruggere la natura è distruggere soluzioni". l dottor Adrian Thomas che ha scritto la “Guida al canto degli uccelli” della Royal Society for the Protection of Birds ha invece specificato che un tempo il canto degli uccelli era la "colonna sonora naturale per tutti gli uomini", ritenendo che sia "radicato da qualche parte nel profondo della nostra psiche". Per questa e mille altre ragioni bisogna fare in modo "che la natura non taccia". I risultati della ricerca “Smartphone-based ecological momentary assessment reveals mental health benefits of birdlife” sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

144 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views