264 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

I vaccini Covid di Pfizer e Moderna non aumentano il rischio di infarto e ictus: lo studio

Uno studio francese condotto sui dati di 46 milioni di cittadini mostra che i vaccini Covid a mRNA non aumentano il rischio di eventi cardiovascolari.
A cura di Andrea Centini
264 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

I vaccini anti Covid a RNA messaggero (mRNA) non aumentano il rischio di sviluppare gravi eventi cardiovascolari, come infarto acuto del miocardio, embolia polmonare, ictus ischemico e ictus emorragico. Lo ha determinato un team di ricerca dell’Epi-Phare, una sezione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza dei medicinali e dell'Assicurazione sanitaria francese (Agence nationale de sécurité du médicament et de l’Assurance-maladie), che ha condotto uno dei più approfonditi studi statistici sul tema. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Rosemary Dray-Spira, hanno infatti analizzato i dati di ben 46 milioni di cittadini francesi con età compresa tra i 18 e i 74 anni.

I ricercatori hanno innanzitutto identificato tutti i casi di eventi cardiovascolari registrati in Francia dal Sistema nazionale di dati sanitari (SNDS) nel periodo compreso tra il 27 dicembre 2020 e il 20 luglio 2021, il periodo relativo alla prima fase della campagna vaccinale anti Covid. Successivamente hanno associato ciascun caso di infarto miocardico, embolia polmonare o ictus allo stato vaccinale dei pazienti, per valutare l'incidenza relativa di ciascun evento entro tre settimane dalla prima o dalla seconda dose di vaccino anti Covid. I ricercatori si sono concentrati sia sui vaccini a RNA messaggero, ovvero il BNT162b2 di Pfizer – BioNTech e l'mRNA-1273 di Moderna, sia su quelli a vettore adenovirale, il ChAdOx1 nCoV-19 di AstraZeneca e l'Ad26.COV2.S di Janssen / Johnson & Johnson. Ricordiamo che dall'estate del 2021 la Francia ha completamente bloccato le somministrazioni dei vaccini a vettore adenovirale ai propri cittadini, utilizzando solo quelli a mRNA; le dosi acquistate di AstraZeneca e Johnson & Johnson sono state girate al programma di solidarietà Covax, destinato ai Paesi più poveri che non possono permettersi i lotti dei farmaci contro il coronavirs SARS-CoV-2.

Incrociando tutti i dati la professoressa Dray-Spira e i colleghi hanno osservato che, durante le tre settimane seguenti alla somministrazione della prima o della seconda dose di vaccini a mRNA, “non è aumentata l'incidenza di vari eventi cardiovascolari gravi”. In altri termini, dopo la somministrazione dei vaccini di Pfizer-BioNTech e di Moderna non è stato osservato un incremento statistico di eventi cardiovascolari gravi rispetto alla normale incidenza (periodo basale), ovvero quella registrata prima della pandemia di COVID-19 e dell'avvio della campagna vaccinale. I ricercatori hanno tuttavia osservato un leggero incremento di casi di infarto acuto del miocardio dopo la somministrazione del vaccino a vettore adenovirale di Johnson & Johnson, durante la prima e la seconda settimana post vaccinazione. Non sono state invece registrate differenze nell'incidenza dell'embolia polmonare, dell'ictus ischemico e dell'ictus emorragico. Per quanto concerne il vaccino di AstraZeneca, i ricercatori francesi hanno osservato un incremento dei casi di infarto acuto del miocardio e di embolia polmonare nella seconda settimana post vaccinazione rispetto al periodo basale.

“Questi risultati confermano la sicurezza dei vaccini a base di mRNA rispetto al rischio di gravi eventi cardiovascolari negli adulti di età inferiore ai 75 anni. I vaccini contro l'adenovirus sembrano essere associati a un leggero aumento del rischio di infarto miocardico ed embolia polmonare in questa popolazione”, hanno gli autori dello studio in un comunicato stampa. È interessante notare che lo stesso team di ricerca a novembre 2021 aveva pubblicato lo studio “Myocardial Infarction, Stroke, and Pulmonary Embolism After BNT162b2 mRNA COVID-19 Vaccine in People Aged 75 Years or Older” focalizzato sul rischio di eventi cardiovascolari negli anziani con età uguale o superiore ai 75 anni vaccinati con Pfizer. Anche in questo caso si era giunti alla conclusione che il vaccino Covid a mRNA non determina un aumento del rischio di gravi eventi cardiovascolari. I dettagli della nuova ricerca “Évaluation du risque d’infarctus du myocarde, d’accident vasculaire cérébral et d’embolie pulmonaire suite aux différents vaccins anti COVID-19 chez les adultes de moins de 75 ans en France” sono stati pubblicati sul sito dell'Epi-Phare.

264 CONDIVISIONI
32804 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views