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I ragni usano le ragnatele come enormi “timpani esterni” per localizzare prede e predatori

Un team di ricerca americano ha determinato che i ragni utilizzano le ragnatele come giganteschi sensori acustici, con i quali localizzano prede e predatori.
A cura di Andrea Centini
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I ragni possono sfruttare la propria ragnatela non solo come micidiale trappola per catturare le prede, ma anche come un gigantesco sensore acustico, un vero e proprio "timpano esterno" in grado di migliorare sensibilmente la capacità di percepire il suono. Grazie a questa super antenna, che può essere adattata e riparata all'occorrenza, i ragni riescono a percepire l'arrivo di un predatore – come un uccello – o di una preda a una distanza decisamente superiore di quella coperta dal normale organo uditivo. Si tratta solo dell'ultima straordinaria scoperta sulle ragnatele, costruzioni talmente resistenti – nonostante siano composte da sottili fili di seta – che una sufficientemente grande sarebbe in grado di fermare persino un aereo in volo.

A determinare che le ragnatele possono diventare “timpani esterni” per i ragni è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati dell'Università di Binghamton, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Neurobiologia e Comportamento dell'Università Cornell di Ithaca e del Center for Nanoscale Materials dell'Argonne National Laboratory. I ricercatori, coordinati dal professor Jian Zhou, docente presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell'ateneo statunitense, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato in laboratorio il comportamento del ragno Larinioides sclopetarius, conosciuto con i nomi comuni di ragno ponte o ragno croce grigio. È una specie che vive solo nell'emisfero settentrionale e ha un'areale estremamente diffuso (olartico), che in Europa va all'Italia alla Finlandia. Si tratta di un cosiddetto ragno tessitore, in grado di costruire grandi ragnatele con un diametro fino a 70 centimetri.

Studiando il comportamento di questi ragni in telai di legno ospitati in laboratorio, i ricercatori hanno scoperto che gli animali reagivano a suoni emessi provenienti da varie direzioni e distanze (emessi da piccoli altoparlanti). Ad esempio, hanno osservato che un suono prodotto a 3 metri di distanza li spingeva a rannicchiarsi, cambiare direzione repentinamente e compiere movimenti con le zampe anteriori. Secondo i calcoli dei ricercatori i ragni hanno soglia uditiva inferiore ai 68 decibel, che gli permette di localizzare una preda o un predatore quando si trova a circa 10 metri di distanza. Grazie alle loro ragnatele ipersensibili, questi invertebrati possono percepire i movimenti delle particelle d'aria indotti dal suono che si traducono in flebili movimenti sui fili della ragnatela. Le ragnatele, in pratica, sono sensori che captano le onde acustiche e permettono al ragno di determinare la distanza e la fonte.

“Esternalizzando i suoi sensori acustici alla tela, il ragno viene liberato dai vincoli delle dimensioni del corpo, consentendogli di aumentare enormemente la sua superficie sensibile al suono, fino a 10.000 volte maggiore del ragno stesso”, spiegano gli scienziati nell'abstract dello studio. Tra i vantaggi di questo “timpano esterno” vi sono anche la possibilità di regolarlo e rigenerarlo in base alle esigenze. Le ragnatele sono così straordinarie che da anni si studiano in laboratorio materiali sintetici in grado di replicarle; ora si pensa che potrebbero essere sfruttate per realizzare nuovi materiali in grado di rilevare il suono e in studi di fluidodinamica. I dettagli della ricerca “Outsourced hearing in an orb-weaving spider that uses its 2 web as an auditory sensor” sono stati pubblicati sul database online BiorXiv, in attesa della revisione paritaria e della pubblicazione su una rivista scientifica.

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