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Hai visto l’immagine del buco nero al centro della Via Lattea? Ora puoi anche ascoltarlo

Gli scienziati del Chandra X-ray Observatory della NASA hanno trasformato in suono i dati di Sagittarius A*, il buco nero al centro della Via Lattea.
A cura di Andrea Centini
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Il 12 maggio 2022 gli scienziati del progetto Event Horizon Telescope (EHT) hanno scritto la storia dell'astrofisica, mostrando al mondo intero la prima immagine di Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, la Via Lattea. Un lavoro enorme e complesso condotto da centinaia di studiosi, che ha richiesto anni di calcoli e l'impiego di strumenti sofisticatissimi, in grado di carpire i dettagli dell'orizzonte degli eventi e del disco di accrescimento del “cuore di tenebra”. Lo straordinario risultato, che ha fatto il giro del mondo, resterà per sempre impresso nei libri di scienze; del resto siamo stati i primi esseri umani a poter vedere come è fatto Sagittarius A*. Ora, a pochi giorni dalla pubblicazione del formidabile “scatto”, abbiamo la fortuna anche di poter ascoltare il buco nero, grazie a una sonificazione elaborata dagli scienziati del Chandra X-ray Observatory della NASA. Potete sentire la “voce” del buco nero supermassiccio nel video in testa all'articolo.

Credit: EHT
Credit: EHT

Tecnicamente la sonificazione è un processo in grado di tradurre un qualsiasi set di dati in elementi acustici, a volte in vere e proprie melodie, come dimostra questo studio sulle ragnatele dei ragni. Nel caso specifico di Sagittarius A*, gli scienziati hanno spiegato di aver trasformato i cambi di luminosità e di velocità del materiale che circonda l'orizzonte degli eventi in una registrazione binaurale, che dona tridimensionalità al suono. L'effetto è avvolgente, con l'audio che passa da un orecchio all'altro; non a caso il metodo migliore per ascoltarlo è attraverso un paio di cuffie stereo. I cambi di volume del suono sono associati alle variazioni di luminosità del materiale incandescente del disco di accrescimento, mentre quelli di velocità sono legati alle frequenze; le più alte sono quelle delle particelle più vicine all'orizzonte degli eventi. Si tratta infatti del “confine” che risucchia tutto e una volta superato non lascia sfuggire nulla, nemmeno la luce. Il disco di accrescimento del buco nero è invece un mix di particelle che vengono divorate e altre che vengono sparate a velocità relativistiche verso lo spazio profondo. Tutto questo è stato trasformato in un affascinante suono stereo 3D dagli scienziati della NASA. Recentemente sono stati sonificati anche i misteriosi echi riflessi di altri buchi neri.

Ricordiamo che Sagittarius A* si trova a circa 26mila anni luce dalla Terra e ha una massa stimata di 4,4 milioni di soli, un "mostro" se paragonato alla nostra stella ma un piccoletto se posto innanzi al buco nero supermassiccio nel cuore di Virgo A (M87), il colosso da 6,6 miliardi di masse solari immortalato dall'Event Horizon Telescope (EHT) tre anni fa. Fu la prima immagine mai ottenuta di un buco nero e fece la storia come la sta facendo quella di Sagittarius A*. Entrambi sono stati immortalati grazie a una rete di potentissimi radiotelescopi in grado di simularne uno grande come tutta la Terra. Solo con questa tecnica è stato possibile ottenere le immagini di oggetti così distanti, considerando che è come voler fotografare dalla Terra una ciambella adagiata sulla superficie della Luna.

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