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Candida auris, sintomi e trasmissione del fungo mortale presente in Italia

Il fungo Candida auris resistente ai farmaci è considerato una minaccia alla salute globale. Cosa sappiamo sul patogeno e qual è la situazione in Italia.
A cura di Andrea Centini
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Colonia di Candida auris coltivata in laboratorio. Credit: wikipedia
Colonia di Candida auris coltivata in laboratorio. Credit: wikipedia

Tra i patogeni emergenti che preoccupano le autorità sanitarie figura il fungo Candida auris, un ascomicete altamente infettivo e resistente ai farmaci in grado di provocare candidosi potenzialmente letali. Il fungo, appartenente al gruppo dei lieviti e imparentato con il Candida albicans responsabile della malattia sessualmente trasmissibile, come specificato dal Ministero della Salute fu isolato la prima volta nel 2009 dall'orecchio di una donna giapponese (l'epiteto “auris” del nome scientifico latino fa riferimento proprio all'orecchio), sebbene attraverso analisi retrospettive fu trovato in campioni sudcoreani del 1996. Dalla prima identificazione in Giappone è stato segnalato in diversi Paesi e dal 2015 anche in Europa. Le diagnosi sono in crescente aumento in varie parti del mondo: ad oggi sono migliaia i casi registrati tra Vecchio Continente e Stati Uniti, circa 300 dei quali in Italia. L'ultimo in ordine cronologico riguarda un 70enne veneto, deceduto a Venezia dopo il rientro da un viaggio in Kenya. I medici ritengono possa aver contratto il fungo in un ospedale del Paese africano, dove era stato ricoverato per calcoli renali. Il Candida auris è infatti un patogeno che colpisce spesso pazienti ospedalizzati, in particolar modo immunodepressi o che seguono determinati trattamenti (ad esempio terapie antibiotiche ad ampio spettro, dopo un intervento chirurgico). Ecco perché è considerato un patogeno pericoloso e una seria minaccia per la salute globale.

Quali sono i sintomi e come riconoscere l'infezione

Come specificato dagli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari, le candidosi invasive (non specificatamente le infezioni del Candida auris) si caratterizzano da “lesioni mucocutanee, fungemia, e a volte infezioni focali in molteplici sedi”. I sintomi sono variabili e dipendono da quale distretto del corpo interessano: fra essi figurano difficoltà a deglutire (disfagia), cecità, lesioni cutanee e alle mucose, febbre, shock, diminuzione della produzione di urina (oliguria). Possono emergere in alcuni pazienti anche “blocco renale e coagulazione intravascolare disseminata”, specificano gli esperti. A seconda di dove si annida e moltiplica il fungo si possono formare placche biancastre, da cui deriva il nome Candida. Ad oggi il fungo Candida auris ha provocato nei pazienti infezioni del sangue, di ferite e dell'orecchio, come specificato dai CDC statunitensi. È stato anche isolato in campioni respiratori e di urina, “ma non è chiaro se causi infezioni ai polmoni o alla vescica”. La diagnosi può essere fatta solo dagli specialisti attraverso esami istopatologici e colturali dei campioni. La candidosi è ritenuta particolarmente significativa quando il fungo viene rilevato in siti normalmente sterili come ad esempio il sangue, il pericardio e il fluido cerebrospinale.

Come si trasmette il Candida auris

Ad oggi, come indicato nel “Candida auris Fact Sheet” pubblicato su Virox, non sono ancora pienamente note le modalità di trasmissione del fungo. È noto tuttavia che le persone più a rischio sono i pazienti ricoverati in ospedale che entrano in contatto con superfici e dispositivi medici contaminati. Particolarmente esposti sono coloro che hanno tubi che entrano nel corpo, come ad esempio quelli per la ventilazione polmonare, i cateteri venosi centrali, i tubi per l'alimentazione e così via. “Dati limitati suggeriscono che i fattori di rischio per le infezioni da Candida auris sono generalmente simili ai fattori di rischio per altri tipi di infezioni da Candida”, aggiunge l'ente sanitario statunitense. Ritenuto possibile il contagio tra persone.

Quali sono i rischi dell'infezione

I rischi del fungo Candida auris sono molteplici. Innanzitutto, come specificato dai CDC, il patogeno è difficile da identificare con i metodi di laboratorio standard, dunque è possibile incappare in errori senza test specifici. “Un'identificazione errata può portare a una gestione inappropriata dell'infezione”. Spesso il Candida auris è multiresistente ai farmaci antimicotici e le infezioni sono difficili da estirpare. Alcuni ceppi resistono a tutte e tre le classi di antimicotici disponibili, specificano i CDC. In alcuni casi i pazienti sviluppano una sindrome assimilabile alla sepsi batterica, sottolineano i manuali MSD, “con decorso fulminante che può comprendere shock, oliguria, insufficienza renale, e coagulazione intravascolare disseminata”. Il Ministero della Salute italiano indica che i pazienti ricoverati in ospedale possono infettarsi settimane dopo il ricovero e morire per l'infezione mesi dopo. L'infezione può permanere a lungo ed essere difficile da eradicare, proprio per la suddetta resistenza ai farmaci, così come ai comuni disinfettanti. La letalità è considerata elevata e si attesta tra il 30 e il 70 percento.

Come si cura l'infezione

I CDC specificano che la maggior parte delle infezioni provocate dal fungo possono essere curate attraverso una classe di farmaci antimicotici chiamata echinocandine. Ma come indicato alcuni ceppi del Candida auris sono resistenti a tali farmaci e complesse da eradicare. “In questa situazione – spiegano i CDC – possono essere necessarie più classi di antimicotici a dosi elevate per trattare l'infezione”. Tra i farmaci impiegati per combattere le candidosi figurano anche l'amfotericina B, il fluconazolo, il voriconazolo e il posaconazolo.

La situazione in Italia

In base all'ultima circolare diffusa dal Ministero della Salute i casi registrati in Italia di Candida auris sono stati circa 300, a partire dal 2019. Hanno interessato principalmente pazienti maschi, molti dei quali neonati nati prematuri e anziani. Si specifica che molte delle persone colpite erano affette da malattie “come diabete, patologie renali e dell'orecchio, traumi”, inoltre circa il 50 percento dei casi “ha una storia di catetere venoso centrale e uso di antibiotici ad ampio spettro”. La preoccupazione degli esperti è elevata per via della multiresistenza del patogeno e dell'incremento dei casi, che può sfociare in vere e proprie epidemie nelle strutture sanitarie. Per questo viene raccomandata la massima attenzione nella diagnosi precoce e nella sterilizzazione degli ambienti e degli strumenti. In Italia sussiste un problema particolarmente grave con le infezioni intra-ospedaliere, che provocano fino a 7mila morti ogni anno. La diffusione della Candida auris è assolutamente da scongiurare.

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