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Finalmente sappiamo quanti litri d’acqua bisognerebbe bere ogni giorno

A calcolare la quantità d’acqua che ci mantiene in forma e in salute è un team di ricerca americano che smentito definitivamente il mito secondo cui 2 litri d’acqua vadano effettivamente a soddisfare le esigenze quotidiane del nostro organismo.
A cura di Valeria Aiello
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Probabilmente tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito dire che per mantenere la corretta idratazione del nostro organismo bisognerebbe bere 2 litri d’acqua al giorno. Tuttavia, la scienza non ha mai supportato questa vecchia raccomandazione, se non altro perché non tiene conto di quanta acqua assumiamo attraverso le bevande e di quella che invece proviene dal cibo che mangiamo. A fornire una stima più accurata dell’acqua di cui abbiamo effettivamente bisogno sono stati i ricercatori dell’Università del Winsconsin-Madison che, in un ampio studio su migliaia di persone, hanno smentito definitivamente il mito dei 2 litri quotidiani, tenendo conto della quantità di acqua che consumiamo su base giornaliera e i principali fattori che determinano il ricambio idrico.

Quanta acqua bisogna bere ogni giorno

Bere fa bene, per tanti motivi. Ma calcolare quanti litri (o bicchieri) di acqua bere ogni giorno è più complicato di quanto si possa sembrare, perché il nostro fabbisogno dipende da una serie di fattori, tra cui età, sesso, peso e attività fisica. A questi si aggiungono le caratteristiche dell’ambiente in cui viviamo, come umidità e temperature medie, lasciando chiaramente intendere che bere 2 litri di acqua (10 bicchieri da 200 ml) al giorno non sia una raccomandazione valida per tutti.

Per calcolare la quantità d’acqua di cui ognuno di noi ha davvero bisogno, gli studiosi hanno progettato uno studio unico nel suo genere, reclutando oltre 5.600 persone di tutte le età, provenienti da 26 diversi Paesi in tutto il mondo. La nuova ricerca, pubblicata sulla rivista Science, ha misurato oggettivamente il tempo che l’acqua impiega per essere smaltita dal nostro organismo, attraverso una tecnica che permette di seguire il ricambio di “acqua doppiamente etichettata”.

Questa tecnica, spesso utilizzata per esperimenti sul metabolismo – in quanto permette di monitorare la rapidità con cui i farmaci o altre sostanze chimiche si muovono all’interno del corpo umano – , si è basata sul consumo da parte di ciascun partecipante allo studio di una quantità misurata di acqua (100 millilitri) contenente il 5% di isotopi dell’idrogeno e dell’ossigeno rintracciabili. Gli isotopi sono atomi di un singolo elemento che hanno pesi atomici leggermente diversi (in questo caso deuterio per l’idrogeno – che ha un neutrone in più all’interno del nucleo – e l’ossigeno-18  – che ha 8 protoni e 10 neutroni all’interno di ciascun atomo, invece dei normali 8 + 8 dell’ossigeno), e questo li rende distinguibili da altri atomi dello stesso elemento in un campione.

Se misuriamo la velocità con cui una persona elimina questi isotopi stabili attraverso l’urina nel corso di una settimana, l’isotopo dell’idrogeno può dirci quanta acqua viene sostituita, mentre l’eliminazione dell’isotopo dell’ossigeno quante calorie si stanno bruciando” ha spiegato Dale Schoeller, co-autore dello studio e professore emerito dell’Università del Wisconsin-Madison, che da decenni studia l’acqua e il metabolismo.

Allo studio hanno preso parte oltre 90 ricercatori, coinvolgendo anche il team guidato Yosuke Yamada, un ex ricercatore post-dottorato dell’Università  del Winsconsin-Madison nel laboratorio di Schoeller e ora capo sezione del National Institute of Biomedical Innovation, Health and Nutrition del Giappone, e John Speakman, professore di zoologia all’Università di Aberdeen in Scozia. Gli studiosi hanno raccolto e analizzato i dati dei partecipanti, confrontando i fattori ambientali – come la temperatura, l’umidità e l’altitudine dei luoghi di residenza – per misurare il ricambio idrico, tenendo conto del dispendio energetico, della massa corporea, del sesso, l’età e dello stato atletico di ciascun partecipante. I ricercatori hanno anche tenuto presente l’indice di sviluppo umano (HDI) delle Nazioni Unite , una misura composita che combina aspettativa di vita, istruzione e fattori economici in ogni Paese.

Quanti litri (o bicchieri) di acqua bere ogni giorno

Alla domanda quanti litri d’acqua bere al giorno, la risposta dello studio è che il fabbisogno idrico umano varia in base a molti fattori, tra cui età, sesso, peso, attività fisica, temperatura dell’aria, umidità e altitudine. Nel complesso, i risultati hanno indicato che:

  • Il ricambio idrico è maggiore negli uomini di età compresa tra 20 e 30 anni e nelle donne di età compresa tra 20 e 55 anni, diminuendo dopo i 40 anni negli uomini e dopo i 65 anni nelle donne. I neonati, tuttavia, hanno mostrato il più alto ricambio idrico, sostituendo circa il 28% dell’acqua ogni giorno.
  • Il livello di attività fisica e lo stato atletico incidono sulla maggior parte delle differenze nel ricambio idrico, seguiti dal sesso, dall’indice di sviluppo umano e dall’età.
  • In condizioni simili, gli uomini consumano ogni giorno circa mezzo litro di acqua in più rispetto alle donne. Ad esempio, un uomo di 20 anni che non è atletico, pesa 70 kg e vive in un Paese sviluppato a livello del mare con il 50% di umidità e una temperatura media dell’aria di 10°C avrà un ricambio d’acqua di circa 3,2 litri al giorno. Una donna non atletica della stessa età che vive nello stesso luogo avrà un ricambio d'acqua di circa 2,7 litri al giorno.
  • Utilizzare il doppio dell'energia in un giorno aumenta il ricambio idrico giornaliero di circa un litro.
  • Per ogni 50 chilogrammi aggiuntivi di peso corporeo, il ricambio idrico aumenta di 0,7 litri al giorno.
  • Un aumento del 50% dell’umidità aumenta il consumo di acqua di 0,3 litri.
  • Gli atleti, le donne in gravidanza e le persone che vivono nei Paesi con un clima più caldo, hanno un ricambio d’acqua estremamente elevato: le donne consumano più di 7 litri d’acqua al giorno, mentre gli uomini più di 10 al giorno.
  • Le persone che hanno uno stile di vita sedentario, trascorrono gran parte della giornata in ambienti climatizzati o vivono in Paesi sviluppati, hanno un ricambio idrico inferiore rispetto alle persone che fanno lavori manuali o che lavorano all’aperto, come agricoltori e cacciatori, oppure vivono in Paesi in via di sviluppo. Nel complesso, più basso è l’indice di sviluppo umano del proprio Paese d’origine, più acqua si consuma in un giorno.

Lo studio indica chiaramente che una stessa quantità d’acqua non va bene per tutti e che il suggerimento comune, secondo cui dovremmo bere circa 2 litri d’acqua al giorno, non è supportato da prove oggettive – hanno precisato i ricercatori – . Le persone che vivono nei Paesi con un basso indice di sviluppo umano hanno maggiori probabilità di vivere in aree con temperature medie più elevate, maggior probabilità di svolgere lavori fisici e meno probabilità di trovarsi all’interno di edifici climatizzati durante il giorno, il che aumentano il loro ricambio idrico. Questo, oltre alla minore probabilità di avere accesso all’acqua potabile ogni volta che ne hanno bisogno”.

In tal senso, hanno aggiunto i ricercatori, l’aumento della popolazione globale e i cambiamenti climatici influenzeranno la futura disponibilità d’acqua per il consumo umano. “Prima capiamo di quanta acqua abbiamo bisogno, più saremo preparati a rispondere in caso di emergenza” ha concluso Schoeller. E meglio potremo prepararci ai bisogni a lungo termine. “Le misurazioni miglioreranno la nostra capacità di prevedere i fabbisogni idrici futuri più specifici e accurati, specialmente in caso di carenza d’acqua”.

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