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Dormire con la mascherina per gli occhi migliora la memoria e altre funzioni cognitive

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziate italiane ha dimostrato che le mascherine per gli occhi, bloccando completamente la luce durante il sonno, migliorano la memoria e i tempi di reazione.
A cura di Andrea Centini
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Indossare una mascherina per gli occhi quando si va a dormire può offrire significativi benefici alla nostra salute mentale, migliorando la memoria, la vigilanza, la prontezza e altre funzioni cognitive. La ragione risiede nel totale oscuramento degli occhi, che permette di bloccare qualunque fonte di luce in grado di disturbare il sonno. Dormire bene e per il giusto numero di ore, com'è ampiamente noto da molteplici studi, del resto garantisce significativi benefici psicofisici e abbatte il rischio di sviluppare determinate condizioni mediche, oltre ad aiutare col peso corporeo; sapere che una semplice mascherina per gli occhi può anche favorire la cognizione evidenzia ancor di più quanto il buon sonno sia prezioso per la nostra salute.

A determinare che indossare una mascherina per gli occhi durante la notte favorisce la memoria e altre funzioni cognitive è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della Scuola di Psicologia dell'Università di Cardiff (Regno Unito), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola IMT Alti Studi Lucca, del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Padova e del Dipartimento di Psicologia della Northwestern University di Chicago. Sono state coinvolte nella ricerca tre scienziate italiane: Viviana Greco, Damiana Bergamo e Paola Cuoccio. A coordinare lo studio proprio la dottoressa Greco, in forze al Centro di ricerca sull'imaging cerebrale dell'Università di Cardiff (CUBRIC).

Per dimostrare l'efficacia delle mascherine per gli occhi hanno coinvolto in due specifici esperimenti circa 130 ragazze e ragazzi, tra i 18 e i 35 anni. Nel primo esperimento 94 partecipanti sono stati invitati a indossare la mascherina per una settimana, mentre la settimana successiva sono stati sottoposti “a una condizione di controllo in cui la luce non è stata bloccata”, come spiegato nell'abstract dello studio. In alcuni casi, durante la seconda settimana sono state assegnate mascherine con dei fori per evidenziare e isolare eventuali fattori di disturbo determinati dall'uso dell'accessorio. Dopo i primi cinque giorni di ciascuna delle due settimane i volontari sono stati sottoposti a specifici test cognitivi, per verificare se il blocco totale della luce grazie alle mascherine potesse garantire dei benefici. E così è stato.

Dopo aver dormito con la mascherina, infatti, i partecipanti hanno ottenuto punteggi migliori sia nei test mnemonici – nei quali dovevano associare coppie di parole – sia in quelli volti a misurare i tempi di reazione. In parole semplici, la mascherina aveva migliorato la memoria episodica e la prontezza, la vigilanza. Anche il secondo esperimento, nel quale sono stati coinvolti 35 volontari, ha evidenziato l'efficacia della mascherina notturna in termini di prestazioni cognitive. In questo caso i ragazzi e le ragazze sono stati dotati di dispositivi indossabili per monitorare il sonno (nello specifico l'attività cerebrale) e la quantità di luce al risveglio. Sottoposti al test, i volontari che avevano indossato le mascherine hanno ottenuto ancora una volta i risultati migliori. La dottoressa Greco e i colleghi hanno osservato che l'uso della mascherina era associato a una maggior durata del sonno lento o non-REM (così chiamato per il rallentamento evidenziato nell'encefalogramma), a sua volta legato ai benefici cognitivi evidenziati nei test.

Per tutte queste ragioni gli autori dello studio sottolineano che l'uso della mascherina può essere un comportamento “economico, efficace e non invasivo” per migliorare le prestazioni cognitive come la memoria. I dettagli della ricerca “Wearing an eye mask during overnight sleep improves episodic learning and alertness” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Sleep.

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