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Donare regolarmente il sangue nasconde un vantaggio che non conoscevamo

Lo ha scoperto un team di ricerca australiano esaminando l’effetto delle donazioni di sangue o plasma sui livelli di alcune sostanze chimiche che hanno una serie di effetti negativi sulla salute.
A cura di Valeria Aiello
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Donare il sangue è un gesto solidale che permette di aiutare concretamente gli altri, ma anche se stessi. Lo ha scoperto un team di ricerca australiano esaminando l’effetto delle donazioni sui livelli ematici di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), una famiglia di composti sintetici utilizzata prevalentemente in campo industriale, la cui struttura chimica conferisce loro una particolare stabilità che li rende resistenti ai principali processi naturali di degradazione.

Sebbene gli effetti sulla salute di queste sostanze siano ancora oggetto di indagine, tali composti sono considerati tra i fattori di rischio per un’ampia serie di patologie, in quanto si ritiene che l’esposizione duratura ai PFAS possa compromettere il funzionamento del sistema endocrino e causare malattie tiroidee, tumori ai reni, ai testicoli e altre neoplasie. Secondo gli studiosi australiani, la donazione regolare di sangue o plasma potrebbe essere un semplice intervento per ridurre i livelli ematici di questi composti, come osservato in un recente studio pubblicato sulla rivista Jama Network Open.

I risultati della loro indagine, in particolare, hanno mostrato che sia le donazioni regolari di sangue sia quelle di plasma hanno portato a “una significativa riduzione dei livelli di PFAS nel sangue – ha affermato il dott. Robin Gasiorowski, docente di ematologia presso la Macquarie Medical School e primo autore della ricerca – . Sebbene entrambi gli interventi siano funzionali nel ridurre i livelli di PFAS, le donazioni di plasma erano più efficaci e corrispondevano a una diminuzione del 30%”.

Per l’analisi, gli studiosi hanno testato le concentrazioni ematiche di PFAS in un gruppo di 285 vigili del fuoco che prestano servizio presso il Fire Rescue Victoria, in Australia, e che periodicamente hanno donato sangue e plasma nel corso di 12 mesi. I vigili del fuoco sono regolarmente esposti al PFAS tramite la schiuma antincendio e in genere presentano livelli ematici più elevati rispetto alla popolazione generale. “Il livello medio di questi composti – hanno spiegato i ricercatori – è stato significativamente ridotto dalla donazione di plasma (–2,9 ng/ml) e dalla donazione di sangue (–1,1 ng/ml), mentre è rimasta invariata nel gruppo di controllo”.

Secondo Mick Tisbury, assistente capo del Fire Rescue Victoria che da anni sostiene la minimizzazione dei PFAS nei servizi antincendio e sviluppato l’idea iniziale per lo studio, quanto emerso da questa ricerca rappresenta un risultato positivo. “I vigili del fuoco spesso antepongono la salute e la sicurezza degli altri alla propria, per cui è importante sapere che i risultati di questa ricerca potranno essere utilizzati per migliorare la salute di coloro che hanno acquisito livelli elevati di PFAS attraverso il lavoro vitale della comunità – ha affermato Tisbury – . Questi risultati non andranno solo a beneficio della comunità dei vigili del fuoco, ma anche delle persone che lavorano in settori ad alto rischio e che sono esposte ai prodotti chimici PFAS”.

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