3.266 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Texas, 18enne spara in una scuola elementare a Uvalde

Cos’è la sindrome di Tako Tsubo, il crepacuore che ha ucciso il marito della maestra morta in Texas

Il marito di una delle vittime della strage di Uvalde, in Texas, è morto di crepacuore a 48 ore dalla moglie. Ecco cos’è la sindrome di Tako Tsubo.
A cura di Andrea Centini
3.266 CONDIVISIONI
Joe e Irma Garcia
Joe e Irma Garcia
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Joe Garcia, marito di Irma Garcia, una delle due maestre massacrate alla scuola di Uvalde (Texas) assieme a 19 bambini, a 48 ore dalla tragica scomparsa della moglie si è accasciato al suolo ed è morto. L'uomo di 43 anni non ha retto al troppo dolore per la perdita della compagna, con la quale stava assieme dai tempi delle superiori. “Credo davvero che Joe sia morto di crepacuore e che perdere l'amore della sua vita da oltre 25 anni sia stato troppo da sopportare”, ha dichiarato alla stampa americana Debra Austin, cugina di Irma. Ma cosa dice la scienza al riguardo? Si può davvero morire del cosiddetto crepacuore? La risposta è sì. La condizione è nota nei manuali di letteratura medica col nome di sindrome di Tako Tsubo, ma è conosciuta anche come sindrome del cuore spezzato o cardiomiopatia da stress, come specifica l'Istituto Superiore di Sanità (ISS). La British Heart Foundation (BHF) riporta anche il nome di “sindrome del rigonfiamento apicale”. Nella maggior parte dei casi si guarisce, ma talvolta può essere fatale, come rilevato da uno studio britannico citato dalla Fondazione Veronesi. Del resto sono spesso balzati agli onori della cronaca nazionale i casi di coniugi anziani che perdono la vita a pochissima distanza di tempo l'uno dall'altro. Ecco cosa sappiamo sulla sindrome di Tako Tsubo.

Immagine

Cos'è la sindrome di Tako Tsubo

Per sindrome di Tako Tsubo o cardiomiopatia da stress si intende una condizione cardiaca innescata da “situazioni stressanti e da forti emozioni” specifica l'ISS, anche se può emergere a seguito di una grave malattia o di un intervento chirurgico. Il lutto per la perdita di una persona cara, come avvenuto nel caso di Joe Garcia, è tra i principali fattori scatenanti; non a caso si parla di crepacuore. In chi ne viene colpito il ventricolo sinistro dell'organo – la principale camera di pompaggio del sangue – cambia forma e si ingrandisce, come specificato dalla BHF. La scarica di adrenalina, catecolamine e altri ormoni dello stress che segue all'evento scatenante porta al restringimento del ventricolo che, incapace di contrarsi correttamente, si gonfia in un modo peculiare, ben visibile ai raggi X. Il nome di sindrome di Tako Tsubo deriva proprio dalla forma che assume il cuore, simile a quella di una particolare pentola che i pescatori giapponesi usano per catturare i polpi (il takotsubo, appunto). Furono proprio i medici nipponici a descrivere per primi questa condizione, negli anni '90 del secolo scorso.

Quali sono i sintomi della sindrome di Tako Tsubo

I sintomi principali della sindrome di Tako Tsubo sono simili a quelli di un infarto. L'ISS cita dolore toracico e respiro corto, ma sintomi sibillini possono essere anche il battito cardiaco accelerato (tachicardia) o irregolare (aritmia) dopo un evento stressante. È importante ricordare che generalmente un infarto è innescato da un'arteria ostruita, a causa di un coagulo di sangue che blocca il flusso sanguigno verso il cuore, mentre la sindrome di Tako Tsubo può manifestarsi in soggetti che hanno arterie perfettamente sane. Tra le complicazioni della malattia l'ISS cita l'eccesso di liquido nei polmoni (edema polmonare), un abbassamento della pressione sanguigna (ipotensione), aritmia e arresto cardiaco.

Le cause della sindrome di Tako Tsubo

Gli esatti meccanismi biologici che scatenano la sindrome di Tako Tsubo non sono chiari, tuttavia, come indicato, si ritiene che a danneggiare il cuore sia la scarica di ormoni dello stress provocata da un evento particolarmente impegnativo dal punto di vista emotivo / psicologico. Non a caso tra i potenziali eventi scatenanti elencati dall'ISS figurano la morte di una persona cara, la diagnosi di una grave malattia, la violenza domestica, la perdita (o la vincita) di una grossa somma di denaro, la perdita del lavoro, il divorzio, problemi economici e così via. Per persone particolarmente emotive anche parlare in pubblico, una festa a sorpresa, un nuovo lavoro o il matrimonio possono scatenare la condizione medica. L'ISS segnala inoltre il coinvolgimento di alcune condizioni fisiche, come fratture, interventi chirurgici e severi attacchi d'asma. La BHF cita anche l'esperienza di eventi particolarmente disastrosi, come possono essere un terremoto o un attentato. Raramente la condizione è mortale, ma nel caso di Joe Garcia l'effetto della sindrome sarebbe stato amplificato dalle circostanze "estremamente scioccanti e tragiche" della morte della moglie, come dichiarato al MailOnline dalla dottoressa Sian Harding, esperta di farmacologia cardiaca presso l'Imperial College di Londra.

Chi colpisce di più la sindrome di Tako Tsubo

L'ISS specifica che più del 90 percento delle persone colpite dalla sindrome di Tako Tsubo è composto da donne con un'età compresa tra i 58 e i 75 anni. L'istituto aggiunge che circa il 2 – 5 percento delle persone “con disturbi riconducibili all'infarto sono in realtà colpite da questa sindrome”. La BHF afferma che la sindrome può colpire a qualsiasi età, ma a differenza di altre cardiomiopatie – come la cardiomiopatia ipertrofica – non è una condizione legata all'ereditarietà. Rischiano di più anche persone con una storia di ansia, depressione e disturbi neurologici come le crisi epilettiche.

Come si cura la sindrome di Tako Tsubo

Inizialmente, quando la diagnosi è incerta e non si può escludere un infarto, i medici potrebbero trattare la sindrome di Tako Tsubo con diuretici per ridurre l'accumulo di liquidi; betabloccanti e inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE) per supportare la funzione cardiaca; e farmaci fluidificanti in presenza di rischio di coaguli e fibrillazione atriale. Non esiste un trattamento specifico per la sindrome, ma è comunque curabile e spesso si guarisce nel giro di poche settimane, con il cuore che ritorna perfettamente funzionante. I pazienti possono essere sottoposti a diversi esami – elettrocardiogramma (ECG), ecocardiogramma, risonanza magnetica cardiaca etc etc – ed essere invitati a fare test di controllo mesi dopo la diagnosi.

3.266 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views