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Cosa succede se esageri con integratori e vitamina D

L’avvertimento arriva da un team di medici del Regno Unito che ha descritto il caso di un uomo di mezza età che ha fatto abuso di integratori alimentari.
A cura di Valeria Aiello
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Spesso, forse perché si pensa di avere maggiori benefici o di compensare uno stile di vita non sempre sano ed equilibrato, alcune persone assumono in modo improprio gli integratori alimentari, con il rischio di incorrere in effetti inattesi o indesiderati. È il caso di un uomo di mezza età che ha ricevuto una diagnosi di ipervitaminosi D (eccesso di vitamina D) dopo essersi presentato in un ospedale del Regno Unito con vomito ricorrente, nausea, crampi alle gambe, acufene, dolore addominale, secchezza delle fauci, aumento della sete e diarrea, che persistevano da circa tre mesi.

Quando è stato visitato, l’uomo aveva già perso quasi 13 kg di peso corporeo, e all’anamnesi aveva riferito di aver notato i primi sintomi circa un mese dopo l’inizio di una terapia a regime vitaminico su consiglio di un nutrizionista privato, cui si era rivolto perché in cerca di un trattamento extra dopo che in precedenza aveva sofferto di molteplici problemi di salute – tra cui la tubercolosi, un accumulo di liquido cerebrospinale nel cervello, sinusite cronica, meningite batterica e un tumore dell’orecchio interno sinistro (schwannoma vestibolare) per cui era stato operato.

Sulla base del consiglio del terapista nutrizionale, l’uomo aveva iniziato ad assumere quotidianamente integratori vitaminici da banco, per un totale di oltre 20 agenti attivi, come di seguito elencato:  vitamina D 15.000 UI (quasi 400 volte la vitamina D giornaliera raccomandata, 400 UI), vitamina K2 100 μg (fabbisogno giornaliero 100-300 μg), vitamina C, vitamina B9 (acido folico) 1000 μg (fabbisogno giornaliero 400 μg), vitamina B2 (riboflavina), vitamina B6, omega-3 2000 mg due volte al giorno (fabbisogno giornaliero 200–500 mg) e un mix di altre vitamine, minerali e probiotici, oltre a borace in polvere e cloruro di sodio.

Quando l’uomo ha iniziato a manifestare i segni clinici succitati, ha interrotto l’assunzione degli integratori, ma i suoi sintomi sono persistiti. Una prima serie di esami, effettuata su indicazione del suo medico di base, aveva rivelato alti livelli di calcio nel sangue (ipercalcemia), che sono un effetto collaterale comune del sovradosaggio di vitamina D, oltre a livelli di magnesio leggermente aumentati e livelli di vitamina D sette volte superiori al normale. I test hanno anche rivelato che i suoi reni non funzionavano correttamente (qualcosa di non inaspettato viste le alte concentrazioni di minerali e vitamine che stava assumendo).

L’uomo è stato ricoverato in ospedale per 8 giorni e trattato con liquidi per via endovenosa per reidratare il suo organismo. I medici hanno inoltre avviato una terapia farmacologia orale con bifosfonati per ridurre l’ipercalcemia. Tuttavia, due mesi dopo essere stato dimesso dall’ospedale, i livelli di vitamina D sono rimasti alti. “Questo case report evidenzia ulteriormente la potenziale tossicità di integratori che sono in gran parte considerati sicuri fino a quando non vengono assunti in quantità pericolose o in combinazioni non sicure” hanno sottolineato i medici su BMJ Case Reports.

Il fabbisogno raccomandato di vitamina D (una vitamina liposolubile nel corpo, insieme alle vitamine A, E e K) può essere solitamente ottenuto attraverso una dieta variata e anche attraverso l’esposizione alla luce solare, spiegano gli specialisti. “Dato il suo lento ricambio (emivita di circa 2 mesi, durante i quali si sviluppa la tossicità della vitamina D), i sintomi di un sovradosaggio possono durare per diverse settimane” precisano gli autori della pubblicazione.

Fortunatamente, l’intossicazione da vitamina D è relativamente rara, anche se a livello globale, un crescente numero di persone ha iniziato ad assumere integratori alimentari, in particolare donne e bambini. Pertanto, concludono gli studiosi, è importante che le persone siano consapevoli dei sintomi della ipervitaminosi D, che sono vari ma principalmente causati da un accumulo di calcio in eccesso nel sangue. Questi possono includere sonnolenza, vomito, stitichezza, ulcere peptiche, ipertensione, ritmo cardiaco anormale, malattie infiammatorie degli occhi, rigidità articolare e problemi ai reni. Gli autori chiedono inoltre ulteriori misure normative “per aiutare a frenare l’uso improprio di integratori alimentari ed evitare spiacevoli complicazioni”.

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