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Com’è possibile che in Italia ci sono stati quattro forti terremoti non collegati in un solo giorno

Il 22 settembre l’Italia è stata colpita da una serie di terremoti di intensità significativa da Nord a Sud, ma senza collegamenti. I sismologi spiegano perché.
A cura di Andrea Centini
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Credit: INGV
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L'Italia è un Paese esposto a eventi sismici anche significativi e, come dimostrano i dati rilasciati dai sistemi di sorveglianza della Rete Sismica Nazionale dell'Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia (INGV), fenomeni di lieve intensità si verificano costantemente lungo lo Stivale. La giornata di giovedì 22 settembre è tuttavia risultata piuttosto peculiare dal punto di vista statistico, con un susseguirsi di allerte di terremoti mediamente energetici rilevati da Nord a Sud. Tra gli eventi più significativi balzati agli onori della cronaca nazionale vi sono stati una scossa attorno all'alba di magnitudo 3.6 nella zona di Paternò, in provincia di Catania, a 10 chilometri di profondità; un terremoto di magnitudo 3.9 alle ore 12:24 con epicentro localizzato a 4 chilometri da Folignano (Ascoli Piceno), verificatosi a 24 chilometri di profondità e avvertito sia nelle Marche che in Abruzzo; un altro terremoto di magnitudo 4.1 alle ore 15:39 con epicentro a Bargagli, in provincia di Genova, registrato a circa 10 chilometri di profondità; e altri due terremoti di magnitudo 3.8 (17:47) e magnitudo 3.2 (18:45) tra le province di Modena e Lucca, anch'essi rilevati a una decina di chilometri di profondità.

La terra ha dunque tremato in Liguria, Marche, Toscana, Abruzzo, Sicilia, Emilia-Romagna e Calabria, in un susseguirsi di segnalazioni e “ultim'ora” sulle homepage dei giornali online che hanno fatto sollevare più di qualche sopracciglio. “Cosa sta succedendo oggi?”, è stata la domanda che in molti si sono posti sui social network, in attesa del prossimo terremoto segnalato dell'INGV. C'è chi ha temuto un collegamento fra i singoli eventi e la possibilità che potesse essere il preludio a un terremoto devastante, come quelli che purtroppo ci hanno colpiti negli ultimi anni. Fortunatamente, come specificato dai sismologi, non vi è stata alcuna correlazione tra i vari eventi originati dal Nord a Sud, scatenati da fenomeni distinti e da faglie a centinaia di chilometri le une dalle altre. Si è trattato solamente di una curiosa – e anche un po' inquietante – casualità statistica, in particolar modo per quel che concerne i terremoti più significativi, con una magnitudo attorno a 4.0.

A sottolinearlo all'ANSA è stato il sismologo Carlo Meletti, in forze alla sezione di Pisa dell'INGV. “Non c'è alcuna relazione: le distanze fra i luoghi in cui sono avvenuti i terremoti sono di centinaia di chilometri perché possa esserci un nesso”, ha chiosato l'esperto, aggiungendo che “è curioso che dopo un periodo di apparente calma si siano verificati quattro terremoti un po' più forti e avvertiti dalla popolazione”. “Negli ultimi tre mesi – spiega Meletti – abbiamo avuto in Italia solo una scossa di magnitudo superiore a 4: di fatto, avere due terremoti importanti nello stesso giorno è solo una variazione statistica”.

Uno dei sismi più forti, quello di magnitudo 3.9 con epicentro lungo la costa marchigiana e ipocentro a 24 chilometri di profondità, “è stato generato da un meccanismo trascorrente, ossia dallo scorrimento laterale di strutture profonde”, ha sottolineato l'esperto. Si tratta di un fenomeno diverso dai tipici terremoti appenninici, come dovrebbe essere quello di magnitudo 3.8 registrato a Pievelago, in provincia di Modena, una zona dove possono scatenarsi terremoti violenti. A maggio del 2012 la provincia di Modena fu squassata da sismi con magnitudo tra 5.5 e 5.9, che causarono devastazione e una trentina di vittime.

Per quanto concerne il terremoto in Liguria di magnitudo 4.1, il più potente della sequela, il dottor Meletti ha spiegato che si è verificato in un'area non molto sismica, nella quale storicamente non sono stati registrati terremoti di forte intensità. In questo caso si è trattato di un fenomeno “di tipo compressivo”, spiega il sismologo, “perché questa zona della Liguria è nell'area di congiunzione fra l'Appenino a Est e l'arco alpino a Ovest”. Infine, il terremoto di magnitudo 3.6 verificatosi in provincia di Catania è stato causato da un evento indipendente dal vulcano Etna, noto per essere coinvolto in attività sismica. Il terremoto potrebbe essere stato scatenato da “faglie sismogenetiche importanti che si trovano a Sud dell'Etna e indipendenti dall'attività del vulcano”.

Siamo dunque innanzi a quattro eventi principali importanti, avvertiti dalle popolazioni e prontamente segnalati dai media, ma tutti slegati fra di essi e scatenati da fenomeni differenti, che fortunatamente hanno solo causato danni lievi alle cose e nessun ferito. Un curioso fatto statistico, che tuttavia non esclude la possibilità che possano verificarsi nuove scosse più potenti, come specificato dal dottor Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

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