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C’è un pianeta nella zona abitabile di una stella morente: potrebbe esserci vita

Analizzando la luce di una nana bianca, una stella morente, è stata scoperta la presenza di un pianeta nella zona abitabile. Potrebbe ospitare la vita.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Mark A. Garlick / markgarlick.com.
Credit: Mark A. Garlick / markgarlick.com.

Per la prima volta è stato un scoperto un pianeta nella zona abitabile di una stella "morente", una nana bianca. L'esopianeta in questione non è stato osservato direttamente, ma la sua presenza è stata rilevata grazie a decine di frammenti planetari (planetesimi) nell'area, la cui orbita ordinata suggerisce la presenza di un corpo celeste che li tiene in equilibrio gravitazionale. Poiché le nane bianche sono lo stadio finale del 95 percento delle stelle, quelle di massa medio-piccola come il nostro Sole, si ritiene che i pianeti nella loro zona abitabile siano piuttosto comuni nell'Universo.

A scoprire l'esopianeta attorno alla nana bianca è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati britannici dello University College di Londra, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Astronomia e Istituto per la Ricerca Astrofisica dell'Università di Boston (Stati Uniti), del Dipartimento di Fisica dell'Università di Warwick, dell'Osservatorio di Lund (Svezia), dell'Università Naresuan (Thailandia) e di numerosi altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Jay Farihi, docente presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'ateneo londinese, hanno identificato l'esopianeta dopo aver messo nel mirino con vari telescopi (terrestri e spaziali) la nana bianca WD1054–226, che si trova a 117 anni luce dalla Terra. Dall'analisi della sua luce, effettuata con la fotocamera ULTRACAM piazzata sul New Technology Telescope (NTT) presso l'Osservatorio dell'ESO di La Silla in Cile, è emersa la presenza di 65 corpi planetari equidistanti, che orbitano attorno alla stella ogni 25 ore e determinano un'attenuazione della sua luminosità ogni 23 minuti. Questa regolarità secondo gli esperti può essere spiegata soltanto da una cosa: la presenza di un pianeta extrasolare che li mantiene gravitazionalmente stabili.

L'aspetto più interessante di questa storia risiede nel fatto che il pianeta si trova nella zona abitabile (o zona di Goldilocks) della stella, cioè quella in può essere ospitata acqua liquida perché non fa troppo caldo, né troppo freddo. La potenziale presenza di acqua sulla superficie è un segnale che potrebbe essere ospitata anche la vita. Va tenuto presente che le stelle, prime di diventare nane bianche, si espandono diventando giganti rosse, spazzando via tutto ciò che si trova nell'area coinvolta. Si ritiene che tra 4 -5 miliardi di anni il Sole diventerà una gigante rossa e ingloberà Mercurio, Venere e forse anche la Terra. L'esopianeta attorno alla nana bianca, dunque, deve essere di nuova formazione. Secondo gli autori dello studio potrebbe ospitare la vita ancora per 1 o 2 miliardi di anni.

“La possibilità di un pianeta nella zona abitabile è eccitante e anche inaspettata; non stavamo cercando questo. Tuttavia, è importante tenere presente che sono necessarie ulteriori prove per confermare la presenza di un pianeta. Non possiamo osservare direttamente il pianeta, quindi la conferma potrebbe arrivare confrontando modelli computerizzati con ulteriori osservazioni della stella e dei detriti orbitanti”, ha specificato in un comunicato stampa il professor Farihi. Gli studi su questo sistema aiuteranno gli astronomi a comprendere meglio quale sarà il futuro di quello solare, quando il Sole si trasformerà anch'esso in una nana bianca. I dettagli della ricerca “Relentless and complex transits from a planetesimal debris disc” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Monthly notices of the Royal Astronomical Society.

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