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Bere caffè ogni giorno allunga la vita, ma solo se non superi un preciso numero di tazzine

Il consumo della bevanda è associato a una vita vita più lunga e una minore incidenza di malattie cardiache all’interno dei normali schemi di assunzione. Eccedere può invece aumentare il rischio di sviluppare demenza.
A cura di Valeria Aiello
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Bere dalle due alle tre tazzine di caffè al giorno è associato a una vita più lunga e un minor rischio di malattie cardiovascolari. Lo indicano i risultati di un nuovo studio appena pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology, la rivista della Società Europea di Cardiologia (ESC), le cui conclusioni erano state anticipate dai ricercatori lo scorso aprile in occasione della 71esima sessione scientifica annuale dell’American College of Cardiology (ACC).

Bere caffè è associato a una vita più lunga

Rispetto a studi precedenti, l’analisi ha fornito nuove informazioni circa la correlazione tra l’assunzione di diversi tipi di caffe (macinato, istantaneo e decaffeinato) e la salute del cuore. In particolare, utilizzando i dati della BioBank britannica, gli studiosi hanno verificato le associazioni tra il consumo di caffè (da nessuna tazzina fino a più di cinque al giorno per ciascuna tipologia) in relazione a problemi del ritmo cardiaco (aritmie), malattie cardiovascolari e decessi in circa 500.000 adulti in salute di età compresa tra i 40 e 69 anni (età media 58 anni, 55,3% donne).Il follow-up medio è stato di 12,5 anni.

Sebbene la ricerca non affermi direttamente che bere caffè allunghi la vita, i ricercatori hanno osservato che, rispetto ai non bevitori di caffè, il consumo di due-tre tazzine al giorno è associato a una maggiore longevità, con una riduzione del rischio di morte dell’11%, 14% e 27% rispettivamente per i preparati istantanei, decaffeinati e macinati.

Il confronto con i non bevitori di caffè ha inoltre evidenziato che tutte le tipologie di bevanda sono associate a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari. Tuttavia, anche in questo caso, il consumo della bevanda ottenuta dal caffè macinato è risultata correlata a un maggiore beneficio, riducendo la probabilità di problemi al cuore del 20%. Per il caffè istantaneo e quello decaffeinato, queste percentuali si sono invece attestate al 9% e 6% rispettivamente.

Riguardo le aritmie, il consumo di caffè istantaneo e macinato, ma non quello di decaffeinato, è associato a un minor rischio di sviluppare problemi del ritmo cardiaco, inclusa la fibrillazione atriale. Rispetto ai non bevitori, i rischi più bassi sono stati osservati con quattro-cinque tazze al giorno per il caffè macinato e due-tre tazzine al giorno per il caffè istantaneo, con rischi ridotti rispettivamente del 17% e del 12%.

Sei o più tazzine al giorno possono aumentare il rischio di demenza

Queste associazioni, sulle quali gli studiosi indagheranno ulteriormente, vanno comunque soppesate in relazione ai risultati di altri studi che, utilizzando sempre i dati della Biobanca britannica, hanno collegato un aumento del rischio di demenza a un consumo di sei o più tazzine di caffè al giorno. Ad ogni modo, i risultati di questo nuovo studio osservazionale suggeriscono che “l’assunzione da lieve a moderata di caffè macinato, istantaneo e decaffeinato dovrebbe essere considerata parte di uno stile di vita sano” ha affermato l’autore corrispondente dello studio, il professor Peter Kistler del Baker Heart and Diabetes Institute di Melbourne, in Australia.

Ciascuna tipologia di caffè, ha aggiunto Kister, è stata associata a riduzioni dell’incidenza di problemi cardiovascolari e morte per malattie cardiovascolari o per qualsiasi causa, indicando che “bere modeste quantità di caffè di tutti i tipi non deve essere scoraggiato, ma può essere apprezzato come un comportamento salutare per il cuore”.

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