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Asteroide grande quanto il Colosseo scoperto casualmente dal telescopio James Webb

La roccia spaziale è lunga dai 100 ai 200 metri e orbita attorno al Sole, nella fascia principale di asteroidi che si trova tra Marte e Giove.
A cura di Valeria Aiello
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Un'illustrazione di un asteroide / Credit: N. Bartmann (ESA/Webb), ESO/M. Kornmesser e S. Brunier, N. Risinger (skysurvey.org)
Un'illustrazione di un asteroide / Credit: N. Bartmann (ESA/Webb), ESO/M. Kornmesser e S. Brunier, N. Risinger (skysurvey.org)

Un pezzo dell’antica Roma nello spazio? Non esattamente. È la suggestione davanti a cui si è trovato un team internazionale di astronomi che, analizzando i dati del telescopio spaziale James Webb (JWST) della NASA, ha casualmente scoperto un asteroide grande quanto il Colosseo, o meglio, piccolo come il più imponente degli anfiteatri romani. La roccia spaziale è infatti il più piccolo oggetto celeste mai osservato fino ad oggi da Webb, lungo dai 100 ai 200 metri, e orbita attorno al Sole all’interno della fascia principale di asteroidi, situata tra Marte e Giove.

L’asteroide, ha spiegato Thomas Müller, l’astronomo del Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics in Germania che ha guidato il team, è stato rilevato nei dati di calibrazione del Mid-InfraRed Instrument  (MIRI) di JWST,  lo strumento nel medio infrarosso che fornisce modalità di osservazione ed analisi spettroscopica a lunghezze d’onda comprese tra 4,9 e 28,8 μm. Questi dati sono pubblicamente disponibili e “sono solo alcune delle prime misurazioni MIRI mirate al piano dell’eclittica (il piano che interseca i centro della Terra e il centro del Sole, ndr) – ha affermato Muller – . Il nostro lavoro suggerisce che molti nuovi oggetti verranno rilevati con questo strumento”.

In altre parole, queste osservazioni di Webb, dettagliate in un articolo pubblicato sulla rivista Astronomy and Astrophysics, non erano state programmate con l’intento di cercare nuovi asteroidi ma per calibrare lo strumento rispetto alla fascia principale di asteroidi, con l’obiettivo per testare le prestazioni di alcuni dei filtri del MIRI. Il team tecnico non le ritenne però utili allo scopo, a causa della luminosità del bersaglio e di un puntamento sfalsato del telescopio.

Nonostante ciò, nel corso dell’analisi dei dati, il team ha scovato il nuovo asteroide in un orbita con inclinazione molto bassa, che in quel momento si trovava nella regione interna della fascia principale. “I nostri risultati mostrano che anche le osservazioni ‘'fallite’ possono essere scientificamente utili, se si ha la giusta mentalità e un po’ di fortuna – ha aggiunto Müller – . Il nostro oggetto si trova nella fascia principale di asteroidi, ma l'incredibile sensibilità di Webb ha permesso di vedere questo oggetto di circa 100 metri a una distanza di oltre 100 milioni di chilometri”.

La scoperta di questo asteroide – che il team sospetta essere uno dei più piccoli mai osservati nella fascia principale – avrebbe, se nuove osservazioni confermeranno l’oggetto come roccia spaziale precedentemente mai rilevata, importanti implicazioni nella comprensione della formazione e evoluzione del Sistema solare. I modelli attuali prevedono la presenza di asteroidi fino a dimensioni molto piccole, ma i piccoli asteroidi sono stati studiati in modo meno dettagliato rispetto alle loro controparti più grandi a causa della difficoltà nell’osservazione di questi oggetti. “La ripetizione di queste osservazioni è in fase di programmazione – ha precisato Bryan Holler, scienziato di supporto nelle osservazioni del JWST presso lo Space Telescope Science Institute di Baltimora, nel Maryland – . Ci aspettiamo pienamente di trovare nuovi intrusi in quelle immagini”.

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