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Anche bere alcolici con “moderazione” aumenta il rischio di problemi cardiovascolari

Lo ha scoperto un team di ricerca britannico che ha valutato i rischi associati al consumo di vino, birra e superalcolici in oltre 350mila persone.
A cura di Valeria Aiello
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Tutti sappiamo che un eccessivo consumo di alcolici fa male alla salute. Ma cosa sappiamo di qualche bicchiere a settimana? E qual è la soglia limite da non superare? Una risposta a queste domande arriva da un nuovo studio condotto nel Regno Unito da un team di ricerca dell’Anglia Ruskin University di Cambridge, una delle indagini più ampie sui rischio di un’assunzione moderata di alcolici, basata sui dati di oltre 350mila persone tra consumatori di alcolici e mai bevitori. I partecipanti allo studio sono stati seguiti per quasi 7 anni, durante i quali i ricercatori hanno rilevato gli eventi cardiovascolari fatali e non fatali, le cardiopatie ischemie e le malattie cerebrovascolari che si sono verificati in questo arco temporale, valutando l’associazione di tali eventi con la quantità e il tipo di alcolici (vino, birra/sidro e superalcolici) consumati.

L’analisi, pubblicata sulla rivista Clinical Nutrition, ha messo in evidenza come anche un consumo moderato di alcolici sia associato a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari, in particolare tra i bevitori di birra, sidro e alcolici. Riguardo invece al vino, per cui diversi studi hanno indicato una minore probabilità di infarto nei bevitori bassi e moderati rispetto ai non bevitori, i ricercatori hanno scoperto che quando questo confronto viene effettuato tra leggeri e forti bevitori, questa bevanda alcolica è minimamente protettiva dalla cardiopatia ischemica sebbene non fosse associata ad altri problemi cardiovascolari.

Per le altre bevande alcoliche, come birra e liquori, tuttavia, anche un consumo moderato (14 unità alcoliche alla settimana, dove un’unità alcolica corrisponde a circa 12 grammi di etanolo) è associato a un maggior rischio di eventi cardiovascolari. “Tra i bevitori di birra, sidro e alcolici, anche coloro che ne consumavano meno di 14 unità a settimana avevano un rischio maggiore di finire in ospedale a causa di un evento cardiovascolare che coinvolgeva cuore o vasi sanguigni –  ha affermato il fisiologo cardiovascolare Rudolph Shuttle dell’Anglia Ruskin University e autore principale dello studio – . Inoltre, anche se sentiamo parlare molto di bevitori di vino che hanno un rischio inferiore di malattia coronarica, i nostri dati mostrano che il loro rischio di altri eventi cardiovascolari non è ridotto”.

I pregiudizi incorporati nelle prove epidemiologiche mascherano o sottovalutano i rischi associati al consumo di alcol. Quando vengono presi in considerazione questi pregiudizi, vengono rivelati gli effetti negativi anche di un basso consumo di alcolici – ha aggiunto Schutte – . Evitare questi pregiudizi nella ricerca futura limiterebbe l’attuale confusione e, si spera, possa portare a un rafforzamento delle linee guida, vedendo ridotte le attuali indicazioni”.

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