Infermiera Piombino, salgono a 14 le morti sospette: “Non farò mai più questo lavoro”
"Sto lentamente tornando alla normalità ma non farò mai più questo lavoro", a parlare è Fausta Bonino, l'infermiera accusata di aver provocato la morte di diversi pazienti all'ospedale di Piombino attraverso iniezioni con dosi letali di eparina, un anticoagulante. Dopo aver trascorso tre settimane in carcere con l'accusa di essere l'infermiera killer, la 56enne è stata scarcerata dal tribunale del Riesame e ora grida ancora più forte la sua innocenza anche se ancora non è uscita di casa dopo i fatti. Del resto il procedimento giudiziario a suo carico è tutt'altro che concluso e secondo gli ultimi accertamenti degli inquirenti ora è accusata di ben 14 omicidi.
"Il pm ha notificato l'avviso dello svolgimento di accertamenti irripetibili sulle salme delle persone decedute ed in questa occasione ho appreso che alla mia assistita è stato attribuito un 14esimo decesso" ha spiegato infatti il legale della donna, l'avvocato Cesarina Barghini. Si tratta di persone morte tra il 2014 e il 2015 mentre erano ricoverate per diverse patologie nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Piombino dove l'infermiera faceva servizio .
La donna però si professa innocente e attribuisce quelle morti sospette non ad un atto volontario di qualche sanitario dell'ospedale ma a "protocolli andati in tilt". "Nessuna delle mie colleghe sarebbe capace di fare qualcosa ai malati" ha assicurato infatti la donna che proprio tra le colleghe avrebbe trovato solidarietà per quanto le è accaduto. "L'abbraccio più grande è stato con le colleghe" ha rivelato infatti l'infermiera.