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Infermiera Piombino accusata di 13 omicidi, parla il marito: “Diremo la nostra verità”

L’infermiera Fausta Bonino è tornata a casa dopo la decisione del tribunale del Riesame. Il procuratore: “Non smetteremo di fare indagini”. Lorenzin: “I morti rimangono, naturalmente vale garantismo”.
A cura di Susanna Picone
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Fausta Bonino, l’infermiera di Piombino finita in manette il 31 marzo scorso con l’accusa di aver provocato la morte di tredici pazienti nel reparto di rianimazione dell’ospedale con bombe di eparina, da ieri è di nuovo a casa sua. Il tribunale del Riesame di Firenze ha annullato l’ordinanza di arresto e così l’infermiera è uscita dal carcere. Tornata a casa, ha parlato con i giornalisti solo suo marito, il quale ha detto che al momento opportuno forniranno la loro verità. “Lasciateci tranquilli, basta. Fausta sta bene, ora che è a casa sta bene”, poche le parole dette ai cronisti fuori dalla sua abitazione. L’uomo non ha risposto a domande su eventuali errori giudiziari ma ha detto che al momento opportuno parleranno: “Diremo tutta la nostra verità, ma in questo momento abbiamo bisogno di tranquillità, se siete persone civili ve ne potete rendere conto da soli”. “Mia moglie – ha aggiunto ancora – non vi dirà niente, non ha niente da dire, quello che c'è da dire ve lo dico io: mia moglie è innocente”. La stessa infermiera, subito dopo l’arresto, aveva giurato sui suoi figli la sua innocenza.

Procuratore: “Indagine va avanti”

Intanto anche il procuratore capo di Livorno Ettore Squillace Greco ha commentato oggi la decisione del riesame sulla scarcerazione di Fausta Bonino: “Non abbiamo mai smesso di svolgere le indagini su questa vicenda e non lo faremo ora che è intervenuta la decisione del tribunale”, ha assicurato. “La decisione del tribunale – ha aggiunto il procuratore – rientra nella fisiologia del procedimento, a maggior ragione in un caso come questo che è un procedimento indiziario”.

Lorenzin: “Spero indagini possano dare risultati certi”

Sulla vicenda è intervenuta tra gli altri anche la ministra della Salute Beatrice Lorenzin. “Non faccio l'inquirente e non solo un ufficiale di polizia: ho letto delle cose terribili, i morti rimangono e spero che presto le indagini possano dare dei risultati più certi”, ha detto la ministra a margine della firma del protocollo d'intesa tra Ministero e ANAC per una task force anticorruzione in sanità. “Naturalmente – ha aggiunto Lorenzin – vale sempre il garantismo, ma non sono io in grado di fare una valutazione”.

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