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Incendio San Giovanni Rotondo, morto 26enne disabile: i genitori uccisi in un agguato

Antonio Mangiacotti, disabile di 26 anni, è morto in seguito ad un incendio scoppiato nell’abitazione, dove abitava con lo zio, per cause ancora in via di accertamento, anche se tra le ipotesi più accreditate ci sarebbe la fuga di gas. Da piccolo aveva perso i genitori nel corso di un agguato di stampo mafioso, a cui ha assistito con le sorelline.
A cura di Ida Artiaco
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Tragedia a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, dove un ragazzo disabile di 26 anni, Antonio Mangiacotti, è morto tra le fiamme di un incendio scoppiato nella sua abitazione. Il ragazzo, che viveva con lo zio, era affetto da autismo e si trovava da solo all'interno della casa, situata in via Placentino, quando è divampato il rogo, scoppiato intorno a mezzogiorno oggi, martedì 11 dicembre, per cause che sono ancora in via di accertamento. Tuttavia, tra le ipotesi più accreditate finora ci sarebbe la fuga di gas. Il giovane è stato soccorso e trasportato in ospedale, ma è deceduto pochi minuti dopo il ricovero. Sono in corso le indagini da parte dei carabinieri per stabilire l'esatta dinamica dell'incidente mentre i vigili del fuoco sono ancora al lavoro per mettere in sicurezza tutta la zona.

I genitori di Antonio uccisi in un agguato nel 2003

Un destino terribile per il giovane, che aveva perso i genitori quando era poco più che un bambino: era infatti il 16 luglio 2003 quando furono uccisi in un agguato di mafia avvenuto a Borgo Celano, frazione di San Marco in Lamis (Foggia). Antonio era in auto con le sorelline e la mamma e il papà quando i killer fecero fuoco uccidendo marito e moglie. Il duplice omicidio avvenne nell'ambito della guerra tra clan rivali che da tempo attraversa i territori del Gargano.

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