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Incendio Monte Serra a Pisa: fiamme ancora alte, l’incubo non è ancora finito

L’incendio del Monte Serra nel Pisano – che tre giorni fa, nella notte del 24 settembre, ha distrutto più di mille ettari di boschi e fatto sfollare centinaia di persone – non è ancora spento. L’incendio, di natura dolosa, ha distrutto anche alcune case.
A cura di Biagio Chiariello
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l’incendio minaccia Lugnano
l’incendio minaccia Lugnano

L’incubo del fuoco sui monti Pisani, devastati dall'incendio partito nella notte di lunedì 24 settembre, non è ancora finito. Fiamme alte ancora a Vicopisano, sul crinale sopra la località Noce. Sul posto stanno già operando le squadre vigili del fuoco e i volontari della protezione civile  e sono stati attivati i mezzi aerei per un rapido intervento anche perché si tratta di una zona complicata da raggiungere. Dalle 7,30; in azione anche i canadair. Sul resto del monte Serra, sul territorio del comune di Calci, il rogo è praticamente spento. “La situazione è sotto controllo: grazie a tutto il sistema regionale antincendio, i vigili del fuoco, i volontari e gli sforzi del comune più colpito, Calci”, le parole del sindaco di Pisa Michele Conti.

L'incendio, di natura dolosa, ha distrutto più di mille ettari di boschi e fatto sfollare almeno 430 persone nei comuni di Calci e Vicopisano. Diverse case sono praticamente inabilitabili. Le fiamme hanno “cambiato la geografia del territorio” nel Pisano, ha detto il sottosegretario all'Ambiente Vannia Gavia, che ha assicurato “l'impegno del governo e del proprio ministero per la ricostruzione, a cominciare dal ripristino idrogeologico del territorio bruciato per scongiurare il rischio di emergenze alluvionali con le prime piogge autunnali”. Oggi invece riaprono le scuole e anche l'aeroporto Galilei dove ieri i voli sono stati interrotti per consentire ad aerei e elicotteri antincendio di operare in sicurezza.

Ed ora è caccia ai piromani. La procura ha aperto un’inchiesta per incendio doloso. Il fascicolo è sempre contro ignoti. Il comandante provinciale dei carabinieri, Nicola Bellafante, ha precisato che “non esiste una lista di sospettati: raccogliamo informazioni e facciamo domande senza tralasciare alcuna ipotesi. Al momento non ci sono particolari sospetti su qualcuno”. La Prefettura intanto ha confermato al sindaco che resterà sul suo territorio il presidio anti-sciacallaggio dell'Esercito.

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