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Incendio Conselve. Angelo commuove il paese: “Poteva salvarsi ma è rimasto lì con mamma Rosa”

La tragedia di Conselve: l’abitazione va a fuoco nel cuore della notte e Angelo Volpi, 42 anni, affetto dalla sindrome di Down, chiama i soccorsi, ma poi decide di restare a vegliare la madre anziana. Sono morti entrambi, il hanno trovati abbracciati.
A cura di Biagio Chiariello
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“Angelo si poteva salvare. Forse sì, o almeno così sembra visto che è stato lui ad accorgersi dell’incendio e a gridare. Avrebbe forse potuto scappare. Ma ha voluto condividere con mamma Rosa, a cui era legatissimo, anche l’ultimo respiro. Non possiamo rimanere indifferenti a questa circostanza, che rende ancor più tragica la vicenda e che ci fa davvero riflettere sulla forza che può avere un legame”. Antonio Ruzzon, vicesindaco di Conselve, torna sulla tragedia avvenuta ieri nel comune padovano.

Un dramma nel quale emerge l’amore immenso di un figlio, Angelo Volpi, 42 anni, nei confronti della madre Rosa Lamberti, di 86. Entrambi morti nell’incendio della loro abitazione. Ma lui, come detto, poteva salvarsi. I Vigili del fuoco e i soccorsi, che hanno fatto il possibile per salvare le vittime; quando sono entrati, hanno trovato i due abbracciati sul letto per proteggersi, forse consolarsi durante il disastro. L'incendio sarebbe scoppiato al piano inferiore della casa, alimentato pare da alcune pedane di pellet. È stato proprio Angelo, disabile, a chiedere aiuto urlando e gridando dalla finestra. Il 42enne era ancora vivo quando i pompieri sono intervenuti. Le sue condizioni però erano disperate, dopo aver respirato tutto quel fumo. É morto poco dopo il trasporto in ospedale.

“Affabile, gentile, solare: sono queste le doti che rendevano Angelo una delle persone più note e benvolute del nostro paese – continua il vicesindaco di Conselve, sentito da Il Mattino di Padova -. È un giorno di forte dolore per tutti i cittadini di Conselve. Cercheremo di essere vicini alla famiglia in ogni modo e nella maniera più concreta perché questo è un evento tragico e difficile da affrontare”. Parole commoventi sono anche quelle di Don Luciano Danese, parroco di Conselve: “Angelo era un figlio per molti, possiamo davvero dirlo. Lo era nel concreto: c’era chi lo ospitava a pranzo, chi a cena, chi passava con lui anche molte ore nel corso di una giornata. Ma d’altra parte, era una bella persona e non era difficile stare con lui, anzi”.

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