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In Siria è un massacro, il Governo: “Aperti al dialogo”

Il regime siriano si è detto favorevole a “ogni iniziativa basata sul dialogo per uscire dalla crisi”: lo ha affermato il premier citato alla tv di Stato. Nel giro di 48 ore sono morte altre 200 persone, tantissimi i bambini e a Damasco sono stati ritrovati 30 cadaveri torturati.
A cura di Susanna Picone
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Il regime siriano si è detto favorevole a “ogni iniziativa basata sul dialogo per uscire dalla crisi”: lo ha affermato il premier citato alla tv di Stato. Nel giro di 48 ore sono morte altre 200 persone, tantissimi i bambini e a Damasco sono stati ritrovati 30 cadaveri torturati.

La crisi siriana non si arresta e la conta delle vittime, alla luce dei combattimenti in corso, aumenta costantemente. Nelle ultime 48 ore sono morte almeno 200 persone, tra di loro tantissimi bambini. Pochi giorni fa un generale di Assad, abbandonando il regime, aveva parlato di nuovo dell'utilizzo da parte del Governo delle armi chimiche. E l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha ora denunciato anche la scoperta di una trentina di cadaveri nel quartiere di Barzé, a Damasco. Cadaveri che erano stati torturati in una zona che spesso è stata teatro di combattimenti tra l’esercito di Assad e i ribelli. Le teste decapitate e i volti sfigurati avrebbero reso impossibile la loro identificazione. Intanto, secondo quanto ha affermato il premier Wael Halqi, citato oggi dalla tv di Stato siriana, il governo sarebbe favorevole a “ogni iniziativa basata sul dialogo per uscire dalla crisi”. Per Halqi “il dialogo nazionale è la chiave di tutto e solo i siriani possono decidere del loro futuro”.

“Un cristiano decapitato dai ribelli” – Dichiarazioni arrivate all’indomani di quelle di Brahimi, l’inviato speciale dell’Onu in Siria, che aveva annunciato di aver preparato una proposta di negoziato che avrebbe soddisfatto la comunità internazionale, insomma uno spiraglio di speranza per la guerra in Siria. E nel mezzo del massacro un’altra denuncia di orrori è arrivata da madre Agnes Mariam de la Croix, una suora libanese che ha detto di come un cristiano sarebbe stato decapitato dai ribelli nella cittadina settentrionale di Ras Al Ayn, vicino al confine con la Turchia. Secondo quanto ha raccontato la religiosa al Daily Mail, la vittima sarebbe un tassista di 38 anni ucciso per ritorsione contro il fratello che avrebbe detto che i ribelli si comportano come banditi. Il giovane cristiano sarebbe stato decapitato e poi lasciato in pasto ai cani.

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