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In clinica le somministrano farmaco a cui era allergica e muore, si indaga per omicidio

La donna era ricoverata per una broncopolmonite, ma le sue condizioni sono precipitate improvvisamente: all’arrivo dei familiari i medici le stavano somministrando una flebo di un farmaco a cui era allergica, poco dopo è morta.
A cura di Antonio Palma
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Dopo essere arrivata al pronto soccorso, in ospedale le avevano diagnosticato una broncopolmonite e dopo qualche giorno i familiari avevano deciso così di trasferirla in una clinica privata. Qui però ad un certo punto la sua situazione clinica si è aggravata e i medici senza accorgersene le hanno somministrato un farmaco a cui in realtà era allergica, poco dopo purtroppo è morta. È la storia di una anziana 76enne sarda deceduta pochi giorni fa in una clinica cagliaritana dove era arrivata qualche giorno prima. Dopo la denuncia querela alla Questura di Cagliari da parte dei familiari, sull'episodio ora indaga la magistratura locale  che ha iscritto nel registro degli indagati un medico della struttura che era in servizio quel giorno, ipotizzando il reato di omicidio colposo.

La donna, che soffriva anche di Alzheimer, era arrivata in clinica  il 4 aprile scorso e fino a sabato scorso era è apparsa in discrete condizioni. Poi l'improvviso peggioramento nella giornata di domenica e la morte in poche ore. Secondo il racconto della figlia, dalla struttura sanitaria l'avrebbero convocata d'urgenza perché la situazione stava precipitando e lei era accorsa. Qui però avrebbe scoperto che la madre aveva la maschera dell'ossigeno e soprattutto che le stavano praticando una flebo di un farmaco a cui era allergica. A quel punto ha chiamato i sanitari e ha fatto presente che, fin dal ricovero, aveva chiaramente precisato che la mamma fosse allergica al principio attivo che stavano usando. Solo a questo punto infermiera e medico di turno avrebbero staccato la flebo ma nonostante le cure successive la signora è morta. I familiari quindi hanno presentato una denuncia chiedendo di accertare la verità ed eventuali colpe ed è partita l'inchiesta della magistratura che  ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e l'autopsia sulla donna. La struttura dal suo canto respinge fermamente le accuse che le sono state rivolte e assicura che ha già fornito tutti i materiali e le informazioni necessarie alle autorità competenti e si è messa fin da subito a loro piena disposizione per una completa ricostruzione di quanto accaduto.

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