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Imu e Tasi, si avvicina la scadenza del 17 dicembre: chi deve pagare

Il 17 dicembre scade il termine per pagare i tributi locali, ovvero Imu e Tasi. Cosa sono queste due imposte legate alla proprietà di un immobile, chi le deve pagare, chi è invece esentato dal saldo del tributo e tutti i singoli casi riguardanti terreni agricoli, affittuari, comodatari e proprietari degli abitazioni.
A cura di Stefano Rizzuti
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La scadenza è quella di lunedì 17 dicembre. Per i proprietari di immobili si avvicina il giorno entro cui versare il saldo delle imposte locali: Imu e Tasi. L’Imu è l’Imposta municipale propria, la Tasi è il Tributo per i servizi indivisibili. L’Imu si versa per il possesso dell’immobile, mentre la Tasi è un tributo che va versato al Comune per garantire i servizi indivisibili, ovvero quelli erogati dall’ente e utilizzati da tutti i cittadini perché non rispondono a una utenza specifica, come per esempio, gli asili nido o il trasporto scolastico. Rientrano quindi nella categoria dei servizi indivisibili l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la vigilanza urbana.

Gli enti locali incasseranno più di 10 miliardi grazie al versamento di Imu e Tasi, ma la notizia positiva per i cittadini è che non ci sono aumenti, almeno per quest’anno. I comuni, infatti, non possono aumentare l’aliquota massima fissata. Il rischio, però, secondo quanto anticipa il Corriere della Sera, è che nel 2019 si potrebbe concedere agli enti locali la possibilità di aumentare l’aliquota.

Chi paga e chi non paga Imu e Tasi

L’Imu e la Tasi non si pagano sull’abitazione principale e sulle relative pertinenze come box, posti auto, cantine e solai. Il limite entro cui vale l’esenzione dipende dalle categorie catastali: una esenzione per ogni categoria. Ma non tutte le prime abitazioni consentono di non pagare l’imposta: non vale infatti l’esenzione per le abitazioni di pregio che rientrano in alcune categorie specifiche: immobili signorili (A/1), ville (A/8), castelli e palazzi (A/9). Imu e Tasi si pagano invece per tutte le seconde case, anche quando vengono date in affitto. Si pagano anche per gli immobili dati in uso gratuito, fatta eccezione per una riduzione del 50% se l’uso gratuito va da padre a figlio, stando comunque a determinate condizioni. Per le secondo case si pagano le imposte anche sulle pertinenze. Così come i tributi vengono pagati anche per uffici, negozi, depositi, capannoni, e altri immobili commerciali e industriali.

I terreni agricoli e gli affittuari

L’Imu, ma non la Tasi, si versa per i terreni agricoli, anche se incolti. Un discorso che vale anche per gli orticelli: sono invece esclusi i fondi agricoli nei comuni classificati come montani o di collina. La Tasi, invece, è dovuta anche dagli inquilini o dai comodatari, nel caso in cui usino l’immobile per più di sei mesi l’anno. A prevedere se e quanto pagare sono comunque i singoli comuni: le quote possono andare dal 10% al 30% dell’importo totale. Se si tratta di una prima abitazione, anche l’inquilino viene esonerato. Rimane invece per il proprietario l’obbligo di pagare la sua quota che varia dal 70% al 90%.

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