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Imu e Tasi, il governo pensa ad un accorpamento

Dopo le critiche per le complicazioni burocratiche, l’Esecutivo sta pensando di accorpare le due tasse sulle casa in chiave di semplificazione per cittadini e amministrazioni comunali.
A cura di Antonio Palma
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Tasi e Imu, le due imposte sulle abitazioni, presto potrebbero scomparire a favore di una tassa complessiva che le comprenda entrambe. A questa soluzione sembra stia pensando il governo guidato da Matteo Renzi dopo aver valutato le incomprensioni dei comuni con relativi ritardi ed errori nelle delibere per stabilire le varie aliquote. Del resto fin dalla sua introduzione la Tasi, la Tassa sui Servizi Indivisibili dei comuni italiani, ha provocato malumori e mugugni non solo tra i cittadini costretti a pagare, ma anche tra molte amministrazioni comunali costrette a districarsi nella serie di leggi e vincoli che riguardano anche l'Imu. Come spiega Luca Cifoni sul quotidiano Il Messaggero, lo stesso Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'economia qualche giorno fa ha dovuto emanare una circolare per chiarire il meccanismo della Tasi e in particolare la maggiorazione dello 0,8 per mille da applicare in modo distribuito tra le varie aliquote previste. Tasi e Imu, infatti, seppur distinte sono fortemente collegate dalla legge che, insieme alla tassa sui rifiuti Tari, le ingloba nella Iuc, l'imposta unica comunale.

Due soluzioni allo studio per accorpare Imu e Tasi

Proprio per ovviare a questa serie di problemi, il governo ora vorrebbe accorpare Imu e Tasi. Lo scopo finale è quello della semplificazione burocratica sia per i cittadini che per i comuni. L’ipotesi è al vaglio dell’esecutivo e potrebbe essere introdotta già dal prossimo autunno, in modo da entrare in vigore nel 2015, anche se al momento sul tavolo ci sarebbero diverse soluzioni. La prima, più semplice, prevede un mero accorpamento delle due imposte, che oggi vengono versate con codici tributo diversi. In questo caso si ridurrebbe solo il carico burocratico con dichiarazioni e scadenze unificate. La seconda soluzione invece, già pensata dal governo Letta, prevede la creazione di una vera e propria service tax che non dovrebbe essere pagata dai proprietari in quanto tali ma da tutti coloro che concretamente utilizzano l’immobile e usufruiscono dei servizi da parte dei Comuni. Quest'ultima soluzione ovviamente comporta modifiche più sostanziali e anche un problema di natura politica. Ad ogni modo, come ha confermato il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, il Governo intende procedere in qualche modo anche perché  "ha partorito una sorta di Imu prima casa chiamata Tasi, in sé un po’ meno cara ma molto simile a livello complessivo e nel fare questo ha anche raddoppiato le complicazioni”.

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