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Ilva in sciopero contro i tagli. Calenda annulla il tavolo con ArcelorMittal: “No garanzie”

Il ministro ha definito “inaccettabile” che non siano “garantite le condizioni salariali e contrattuali dei lavoratori”. Lʼazienda: “Eravamo al tavolo per arrivare a un accordo”. Oggi in sciopero gli operai e impiegati degli stabilimenti di Taranto, Genova e Novi Ligure.
A cura di Davide Falcioni
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Erano le 7 di questa mattina quando allo stabilimento Ilva di Taranto sono scattate le 24 ore di sciopero indette da Fiom, Fim, Uilm e Usb per protestare contro i tagli di personale annunciati da Am Investco Italy (controllata dal gruppo franco-indiano ArcelorMittal e acquirente della società) insieme alle nuove condizioni di inquadramento contrattuale dei dipendenti. Secondo i sindacati l'adesione alla mobilitazione tra gli operai e impiegati del primo turno è pressoché totale, con una forte partecipazione anche dei lavoratori di altre imprese collegate alle acciaierie, oltre che degli operai dello stabilimento di Genova e di quello di Novi Ligure.

4mila lavoratori Ilva rischiano il licenziamento

La protesta  è stata indetta venerdì pomeriggio, dopo che Am Investco ha formalizzato la sua proposta, e viene effettuata oggi perché alle 12 al Mise ci sarà il nuovo confronto tra azienda e sindacati proprio sull'occupazione di tutto il gruppo dell'acciaio. Le organizzazioni sindacali chiedono di rivedere i numeri degli esuberi, oggi quantificati in 4mila sui 14.200 addetti totali del gruppo Ilva. Di questi, 3.330 persone rischiano di perdere il lavoro solo nello stabilimento di Taranto. Coloro che invece non saranno considerati "in esubero" dovrebbero accettare condizioni contrattuali decisamente inferiori rispetto a quelle attuali da parte della società Am Investco Italy partecipata da Arcelor Mittal e Marcegaglia.

Il piano Am Investco Italy: assunzioni con meno diritti

Operai e impiegati che continueranno a lavorare per l'Ilva secondo i sindacati perderanno le garanzie dell'articolo 18 perché saranno riassunti con il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act. Inoltre, come evidenziato nel piano, non vi sarà nessuna "continuità rispetto al rapporto di lavoro" precedente "neanche in relazione al trattamento economico e all'anzianità". Per la Fiom "se questo è l'atteggiamento di Mittal nei confronti dei lavoratori diretti il rischio è il massacro sociale dei lavoratori dell'indotto. Sulla base di quanto formalizzato da Arcelor Mittal, non ci sono le condizioni di aprire un tavolo negoziale. L'unica risposta possibile a tale provocazione è una forte azione conflittuale di tutte le lavoratrici e i lavoratori". Azione conflittuale che si è tradotta con lo sciopero di oggi in tutti gli stabilimenti.

Calenda annulla il tavolo con ArcelorMittal

Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha annulla il tavolo tra le parti previsto per oggi al Mise facendo sapere alla società di cui è capofila Arcelor Mittal che non è accettabile aprire il confronto senza garantire le condizioni salariali e contrattuali. "Bisogna ripartire dall’accordo di luglio, dove si garantivano i livelli retributivi. Se non si riparte da quell’accordo la trattativa non va avanti". "La proposta dell’azienda su salario ed inquadramento dei lavoratori è irricevibile" scrive poi su Twitter il ministro. "Tavolo aggiornato". La delegazione dei vertici di ArcelorMittal "è rimasta sconcertata" dalla decisione del governo, ha fatto sapere una fonte vicina alla cordata,  sottolineando che la decisione è stata "del tutto inattesa". Il governo ha chiesto ai nuovi investitori di partire da almeno 10mila addetti da riassumere in Am Investco fermo restando che tutti coloro che non passeranno ad Am Investco saranno mantenuti nelle società da cui dipendono e sotto l’amministrazione straordinaria.

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